Il periodo del Covid ha colpito tutti i settori, specialmente parlando dal punto di vista delle sospensioni post rifiuto del vaccino.
Diverse le categorie in cui questo rifiuto comportava spesso il blocco anche dello stipendio.
Tra queste spuntano i medici, ma anche i poliziotti. Proprio al sorgere di quelle sospensioni spesso dovute all’inadempienza dell’obbligo vaccinale nacque un sindacato: O.S.A. Polizia.
Antonio Porto, segretario generale del sindacato, scrive sul sito di riferimento:
“Dopo le note vicende che hanno portato alla chiusura del sindacato di cui facevo parte, è nata in me l’esigenza di far parte di un’organizzazione sindacale che è ben lungi da quelle che nulla hanno fatto per difendere una minoranza che non si è piegata ad un obbligo surrettizio che è sfociato nella sospensione dal lavoro di migliaia di poliziotti lasciati senza stipendio. Nessuno dei sindacati di categoria ha mosso un dito per difendere quella minoranza di cui anche io faccio parte“.
Intervenuto in Commissione Covid, ha raccontato il punto di vista delle forze dell’ordine in merito al periodo pandemico e alle misure adottate. “Sin dall’inizio abbiamo notato la divergenza tra realtà e quanto comunicato attraverso i media. Purtroppo, molti hanno dovuto obbedire: bisognava andare per vie gerarchiche e gli ordini erano quelli. Qualcuno è anche stato punito disciplinarmente“
“Io penso che in Italia sia stata la prima volta, a memoria, che è stato sospeso un diritto perché non ti sei andato a vaccinare”, dice in diretta a Un Giorno Speciale.
“Ci è stato tolto lo stipendio quindi automaticamente non sono stati versati i contributi. A distanza di tre anni stanno comunque arrivando i decreti: quel periodo di sospensione vissuto non viene conteggiato come anzianità di servizio“.
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