Ranieri risponde su Dybala ▷ “Ecco cosa ho detto al presidente prima di firmare”

Claudio Ranieri ha tenuto la sua prima conferenza stampa come nuovo allenatore della Roma, inaugurando ufficialmente la sua terza esperienza sulla panchina giallorossa. Subentrato a Ivan Juric dopo un inizio di stagione difficile, Ranieri ha espresso entusiasmo per il suo ritorno, definendo la Roma “casa” e ribadendo il suo legame emotivo con il club. Ha dichiarato di aver ricevuto numerose offerte nei mesi scorsi, ma di aver accettato solo perché si trattava della Roma, sottolineando la sua determinazione nel risollevare la squadra da un momento delicato e restituire orgoglio ai tifosi.

Durante la conferenza, Ranieri ha promesso ai tifosi una squadra che darà tutto sul campo, rifiutando modelli tattici rigidi e preferendo un approccio adattivo, basato sulle caratteristiche dei giocatori e degli avversari. Ha sottolineato l’importanza del supporto del pubblico, chiedendo ai tifosi di non fischiare i giocatori durante le partite, ma di criticarli eventualmente solo alla fine. Il tecnico testaccino ha affrontato anche argomenti simbolici, come i rapporti con Francesco Totti e Daniele De Rossi, definendo il primo un patrimonio della Roma e auspicando future collaborazioni. Ha chiuso con un appello alla squadra, chiedendo massimo impegno, dedizione e positività per riportare la Roma a livelli più alti, definendo questa stagione come cruciale per il rilancio del club.

Ha inoltre parlato della gestione di Paulo Dybala, assicurando che eventuali clausole contrattuali non influiranno sulle sue decisioni tecniche, e ha affermato che il talento argentino dovrà essere dosato per massimizzare il suo contributo: “La prima cosa che ho chiesto al Presidente è stata questa: il caso Dybala. Gli ho detto chiaramente: “Presidente, io faccio come ritengo opportuno. Non voglio sapere nulla riguardo clausole o non clausole, non mi interessa”.

In passato mi è capitata una situazione simile. Un Presidente mi disse: “Se fai giocare questo giocatore, sei fuori”. Io risposi: “Se lei decide di toglierlo dalla rosa, è una sua prerogativa come Presidente. Può dichiarare che non giocherà più, e io non dirò nulla perché lei è il capo. Ma se questo giocatore rimane in rosa, io sono l’allenatore e scelgo chi far scendere in campo”. Lui mi rispose: “Se lo fai giocare, ti mando a casa”. Sapete com’è finita? Il giocatore ha giocato, e io sono stato mandato via. Ma almeno, quando mi guardo allo specchio, sono a posto con me stesso.

Per questo, ho voluto chiarire subito la questione Dybala. Ho detto: Non so se è vero o meno che ci siano clausole, ma scelgo chi voglio. Punto. Io sono sempre rispettoso, ma diretto. Certo, mi vedete spesso con il sorriso, ma quando è necessario so alzare la voce e affrontare le cose in modo diretto, anche se poi torno sempre dal Presidente per chiarire. Però voglio che tutto sia chiaro fin dall’inizio”.