Trump dichiara guerra alla censura: il programma in 5 punti ▷ “Lo farò a poche ore dall’insediamento”

Cosa succederà all’insediamento di Donald Trump? Da ore ormai si parla dei risvolti geopolitici del secondo mandato del tycoon, ma non bisogna dimenticare che quella del repubblicano sarà una politica particolarmente volta agli affari interni.
Quelli concernenti la libertà d’espressione sui social ad esempio, saranno priorità assoluta secondo quanto Trump stesso. La lotta ai “burocrati della Silicon Valley“, se dovesse mantenere le promesse, sarà aspra e definitiva: proprio Trump, a margine delle elezioni Midterm presentava così il suo piano per la lotta alla censura online:

“Se non abbiamo libertà di parola, allora non abbiamo un paese libero. È semplice. Se si permette che questo diritto fondamentale venga meno cadranno anche il resto dei nostri diritti e libertà, come tessere del domino, una dopo l’altra.
Per questo oggi annuncio il mio piano per distruggere il regime di censura della sinistra e per rivendicare il diritto alla libertà di parola per tutti gli americani. E “rivendicare” è una parola molto importante in questo caso, perché ce l’hanno portata via. Nelle ultime settimane alcuni rapporti bomba hanno confermato che un sinistro gruppo di burocrati del Deep State, tiranni della Silicon Valley attivisti di sinistra e depravati organi di informazione istituzionale hanno cospirato per manipolare e mettere a tacere il popolo americano. Hanno cooperato per sopprimere informazioni vitali su qualsiasi cosa, dalle elezioni alla salute pubblica.
Il cartello della censura deve essere smantellato e distrutto e deve essere fatto immediatamente.
Ecco il mio piano: innanzitutto, entro poche ore dal mio insediamento firmerò un ordine esecutivo che proibisca a qualsiasi dipartimento o agenzia federale di colludere con qualsiasi organizzazione, società o persona fisica per censurare, limitare, classificare o impedire la legittima espressione dei cittadini americani; proibirò poi che i fondi federali vengano utilizzati per contrassegnare i dibattiti interni come cattiva informazione o disinformazione. Inizierò il processo di identificazione e licenziamento di tutti i burocrati federali che si sono impegnati direttamente o indirettamente nella censura interna. Che siano del Dipartimento di Sicurezza o del Dipartimento per la Salute Pubblica, dell’FBI, del Dipartimento di Giustizia, chiunque essi siano.

In secondo luogo, ordinerò al Dipartimento di Giustizia di indagare su tutte le parti coinvolte nel nuovo regime di censura online, che è assolutamente devastante e orribile e di perseguire in modo deciso tutti i crimini individuati. Includendo possibili violazioni delle leggi sui diritti civili federali, delle leggi sul finanziamento delle campagne elettorali, delle leggi elettorali federali, delle leggi sulla sicurezza, delle leggi antitrust, dello Hatch Act e una serie di altri potenziali reati penali, civili, normativi e costituzionali. Per contribuire a questi sforzi, invito i Repubblicani della Camera a inviare immediatamente lettere di tutela (e dobbiamo farlo subito)all’amministrazione Biden, alla campagna elettorale di Biden e a ogni gigante tecnologico della Silicon Valley, ordinando loro di non distruggere le prove della censura.
In terzo luogo, al moment del mio insediamento chiederò al Congresso di inviarmi una proposta di legge che riveda la sezione 230 per far uscire le grandi piattaforme online dal business della censura. D’ora in poi le piattaforme digitali dovranno beneficiare della protezione dell’immunità ai sensi della sezione 230 solo se avranno soddisfatto elevati standard di neutralità, trasparenza, equità e non discriminazione. Dovremmo richiedere a queste piattaforme di aumentare i loro sforzi per sopprimere contenuti illegali come lo sfruttamento dei minori e la promozione del terrorismo e di limitare drasticamente il loro potere di limitare arbitrariamente i contenuti leciti.
In quarto luogo, dobbiamo smantellare l’intera industria della censura tossica che è sorta sotto la falsa veste di affrontare la cosiddetta cattiva e dis-informazione.

Il governo federale deve interrompere subito il finanziamento di tutte le organizzazioni no-profit e dei programmi accademici che sostengono questo progetto autoritario. Se si scopre che una qualsiasi università statunitense è stata coinvolta in attività di censura o interferenze elettorali in passato come la segnalazione di contenuti dei social per la rimozione o l’inserimento in una black list queste università dovrebbero perdere i fondi federali per la ricerca e il sostegno ai prestiti federali per gli studenti per un periodo di 5 anni e forse più. Dovremmo anche promulgare nuove leggi che stabiliscano chiare sanzioni penali per i burocrati federali che collaborano con enti privati per aggirare la Costituzione e privare gli americani dei loro diritti garantiti dal primo, quarto e quinto emendamento. In altre parole, li privano del loro diritto di voto.

E una volta perse quelle elezioni, e una volta persi i confini, come è accaduto a noi, non si ha più un Paese. Inoltre, per affrontare il problema dell’infiltrazione nelle principali piattaforme di legioni di ex funzionari del Deep State e dell’intelligence, dovrebbe essere previsto un periodo di sospensione di sette anni prima che qualsiasi dipendente dell’FBI, della CIA, dell’NSA, del DNI, del DHS o del Dipartimento della Difesa possa andare a ricoprire un incarico in una società che possiede grandi quantità di dati di utenti statunitensi.
Quinto punto: finalmente è il momento che il Congresso approvi una Carta dei Diritti Digitali. Questa dovrebbe includere il diritto a un giusto processo digitale. In altre parole, i funzionari governativi dovrebbero avere bisogno di un ordine del tribunale per sopprimere i contenuti online, e non inviare richieste di informazioni come quelle che l’FBI aveva inviato a Twitter. Inoltre, quando gli utenti delle grandi piattaforme online si vedono i propri contenuti o i propri account rimossi, bloccati, shadow-bannati o limitati indipendentemente dal nome che usano, devono avere il diritto di essere informati del fatto che stia accadendo, il diritto a una spiegazione specifica del motivo, e il diritto a un ricorso tempestivo. Inoltre, tutti gli utenti di età superiore ai 18 anni dovrebbero avere il diritto di rinunciare completamente alla moderazione e alla selezione dei contenuti, e di ricevere un flusso di informazioni non manipolate, se lo desiderano. La lotta per la libertà di parola è una questione di vita o di morte per l’America, e per la sopravvivenza della civiltà occidentale. Quando sarò presidente, tutto questo sistema marcio di censura e controllo dell’informazione sarà spazzato via dal sistema in generale, non ne rimarrà alcuna traccia”.