Dopo la vittoria di Trump, una delle notizie più diffuse riguarda le donne americane che, deluse dall’esito delle elezioni, come simbolo di protesta hanno rasato completamente i propri capelli: “Ha vinto Trump? Con gli uomini abbiamo chiuso”.
“Il tema del femminismo è maltrattato, siamo ormai in una società avanzata e evoluta da questo punto di vista che alla fine quello che conta è il valore della persona. Se poi uno sia maschio o femmina è relativo. Spero che abbiamo superato questa inferiorità culturale per cui si fanno ancora discorsi tipo asilo ‘maschi contro femmine’ e viceversa, per favore. Se una persona è brava e di qualità è giusto che si valorizza e autovalorizza. Mi dispiace anche vedere queste donne sui social che si radono a zero per vendicarsi del marito che ha votato Trump”, ha affermato Simone Pillon in diretta.
Inoltre, ulteriore notizia made USA riguarda l’ideologia LGBTQ+: non esisterà più, gli unici generi riconosciuti saranno maschio e femmina assegnati alla nascita e severe conseguenze per chi dice ai bambini che sono nel corpo sbagliato. L’avvocato Pillon ha espresso il desiderio di avere le stesse linee guida in Italia.
L’avvocato Laura Vasselli si aggiunge al dibattito in diretta: “Per il discorso sulle donne condivido al 100% anche perché sono anni che affermo che talento, intelligenza e capacità non hanno sesso.
La reazione forse riguarda più un’emulazione nei confronti di altri paesi come la Corea del Sud.
Il problema resta solo l’aspetto retributivo che ha le sue spiegazioni: molto spesso, ad esempio, le donne che hanno famiglia scelgono libera professione magari svolgendola a formato di ‘dotto’ quando i figli sono piccoli e magari questo fa parte di un accordo col marito.
Il problema è nelle aziende, dove le quote rosa diventano invece necessarie, con il fatto che la dirigenza continua a essere prevalentemente maschile la logica aziendale poi è spietata dove devi essere perenne presente. Per quanto riguarda il discorso dell’ideologia LGBTQ+, l’assegnazione del sesso alla nascita è la normalità. Il resto è politica gender”.
Un Giorno Speciale | 11 Novembre