“Dove sono le armi?”, Zelensky protesta. Arriva l’impennata di spese belliche in Italia

Il guitto Zelensky, attore Nato prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, l’attore più pagato di tutti i tempi, torna ora a lagnarsi più furente che mai. Furente come un Belzebù. “Le armi dove sono?“, così ha tuonato il guitto di Kiev.

In buona sostanza, Zelensky della tribù dei nasi bianchi, si lagna del fatto che le armi dell’Occidente, anzi dell’Uccidente liberale atlantista, non sono più sufficienti. Ne vorrebbe decisamente di più, per poter condurre la sua sporca guerra contro la Russia di Putin. Guerra che, lo ricordiamo per l’ennesima volta, non è affatto la guerra della Russia contro l’Ucraina come da ormai più di due anni ripete urbi et orbi l’ordine discorsivo dominante della propaganda americanocentrica.

In corso, infatti, è la guerra che la Nato, la civiltà del hamburger e l’Uccidente a stelle e strisce, stanno conducendo spietatamente e in modo efferato contro la Russia di Putin, impiegando l’Ucraina del guitto come semplice instrumentum belli. Il guitto di Kiev Zelensky figura egli stesso come una marionetta eterodiretta e utilizzata da Washington in nome del proprio imperialismo criminale. La Russia di Putin è letteralmente odiata dall’Uccidente americanocentrico, dacché non si piega al nuovo ordine mondiale, e anzi resiste e propizia l’avvento di un mondo multipolare, come peraltro già sta avvenendo grazie ai BRICS, questa sorta di Internazionale degli stati disallineati e resistenti alla violenza imperialistica del leviatano talassocratico a stelle e strisce.

Il guitto di Kiev, per parte sua, figura oggi sotto ogni riguardo come il principale nemico dell’Ucraina e della sua libertà. Infatti il guitto sta sacrificando sia la libertà sia l’indipendenza dell’Ucraina e del suo popolo sull’altare dell’imperialismo a stelle strisce della Nato e di Washington. Contro la narrativa egemonica e contro la propaganda del logo dominante, il guitto di Kiev non sta lottando per difendere la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina, ma le sta appunto sacrificando sull’altare dell’imperialismo di Washington.

E adesso l’attore Nato si lagna indegnamente del fatto che le armi fornite dall’Uccidente non sono abbastanza.
Non saranno abbastanza, come dice lui, ma intanto apprendiamo che la spesa militare italiana è destinata a subire una vera e propria impennata nel 2025. Sul Fatto Quotidiano si spiega ad esempio che nel 2025 la spesa bellica italica supererà i 30 miliardi.

Soldi letteralmente sprecati, naturalmente, che meglio si sarebbero dovuti e potuti utilizzare, ad esempio, per la sanità e per l’istruzione. Ma come sappiamo la nostra Italia deve rispondere cadavericamente sugli attenti agli imperativi di Washington e Washington ha un duplice interesse chiaro ed evidente: arrivare a colpire la Cina o passando per la Russia grazie all’appoggio dell’Ucraina, e questa sembra essere la via di Biden e di Kamala Harris, o colpire la Cina passando per il Medio Oriente e utilizzando Israele. E questa sembra essere viceversa la soluzione di Trump.
Quel che va sottolineato è che il vero nemico di Washington non è tanto la Russia, che è un nemico nel breve termine, il vero nemico di Washington per il futuro è la Cina, che già ha superato la civiltà dell’hamburger per tecnologia e per potenza economica e sta propiziando un ordine multipolare del tutto sgradito alla civiltà del dollaro.

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