Il 31 dicembre 1981, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini pronunciò il suo quarto messaggio di fine anno agli italiani. Il discorso fu caratterizzato da toni di preoccupazione e tristezza per la situazione nazionale e internazionale, ma anche da speranza e fiducia nel popolo italiano. Soprattutto, si tratta di virgolettati che nel 2024 sono attuali in modo quasi inquietante.
Pertini espresse grande preoccupazione per gli eventi in Polonia e per i conflitti in Medio Oriente. Riguardo alla situazione in Israele e Palestina, affermò: “Siamo sempre stati al suo fianco, al fianco degli ebrei quando erano perseguitati; ma gli ebrei non sono stati perseguitati, prima di avere uno Stato, nell’Oriente, dagli arabi. Sono stati perseguitati in Europa, dagli europei.”
“Se per dannata ipotesi, italiane e italiani che mi ascoltate, la terza guerra mondiale dovesse esplodere, sarebbe la fine del nostro pianeta”, aggiunse pertini, che affrontò poi il problema della denutrizione nel mondo: “18 milioni di bambini sono morti per denutrizione nel 1980. Ebbene questa strage, ripeto, perché l’ho già detto altre volte, e lo dico a me stesso, questa strage di innocenti pesa come una severa condanna sulla coscienza di tutti gli uomini di Stato, e quindi anche sulla mia coscienza.”
Nonostante le preoccupazioni, Pertini espresse “fiducia nel popolo italiano”: “Perché io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra.”
Particolarmente significativo e attuale l’appello ai giovani: “Non armate la vostra mano, armate invece il vostro animo di un grande ideale e di una grande e vigorosa fede. Per questo avvenire chi vi parla ha sacrificato la sua giovinezza in carcere. E questo io non ve lo dico con rammarico, ma con la fierezza di chi sa di essere stato scelto dal destino del suo popolo a pagare un prezzo perché le generazioni venture, perché voi giovani poteste godere di un domani che noi non abbiamo conosciuto quando eravamo giovani.”
Un eloquio di incredibile visione e lucidità, che si sente ancora il 31 dicembre 2024.
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