Le aziende faticano a pianificare il futuro: incertezza politica e mancanza di fiducia fanno da padrone

L’economia della zona euro mostra ormai segnali preoccupanti di rallentamento evidenziati dal calo dell’indice PMI che a novembre 2024 è sceso a 48,1 rispetto ai 50 punti di ottobre segnando il livello più basso degli ultimi dieci mesi.

Questo dato, che riflette una contrazione complessiva dell’attività economica, si inserisce in un contesto di difficoltà sia per il settore manifatturiero sia per il settore dei servizi. La manifattura registra 20 mesi consecutivi di contrazione con l’indice della produzione fermo a 45.1, mentre il settore terziario, pur resistente, scivola in aria negativa per la prima volta in 10 mesi con un valore di 49.2, cioè sotto 50 viene considerata aria negativa.

A pesare maggiormente sono state le difficoltà della Francia e della Germania, i due motori economici della zona euro degli ultimi anni. In Francia l’indice è crollato a 44,8, penalizzato da una domanda interna ed estera debole e da una persistente pressione sui prezzi.

In Germania, nonostante una lieve revisione al rialzo del PIL del terzo trimestre, cioè un ridicolo 0,1%, l’indice complessivo è sceso a 47,3, con il manifatturiero che rimane in crisi e i servizi che, per la prima volta da febbraio, passano in area contrazione. Insomma, l’incertezza politica e la mancanza di fiducia sembrano aggravare il quadro con le aziende che faticano a pianificare il futuro, così ci informa il Sole 24 Ore. E sebbene l’inflazione stia apparentemente rallentando, gli la BCE, cioè la Banca Centrale Europea, afferma di non disporre ancora di segnali sufficienti per accelerare il processo di disinflazione, lasciando aperta l’ipotesi di un taglio moderato dei tassi.

Tradotto, quando io da anni vi dico che noi siamo in una dittatura finanziaria con una banca centrale europea che non risponde agli interessi dei cittadini e non risponde ai governi e non risponde ai parlamenti e questa cosa ve l’hanno fatta apparire come una cosa molto bella, in realtà è una gabbia e bisognerebbe ritornare alla centralità politica degli stati. Purtroppo molta gente è convinta, ormai indottrinata da 30 anni, che questa sovrastruttura organizzativa di stati che chiamiamo Unione Europea sia la salvezza dell’Europa. Invece, a quanto pare, è stata la sua condanna.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi