I dati di novembre evidenziano delle anomalie significative nella gestione dei titoli pubblici, soprattutto dei titoli pubblici francesi, da parte della Banca Centrale Europea.
Ebbene, nel programma PSPP, che è stato interrotto nei reinvestimenti dal luglio del 2023, i flussi netti mostrano degli squilibri mancati e cioè mostrano il fatto che la Banca Centrale Europea si stia comportando in modo diverso per i francesi rispetto a quanto si è comportata con noi italiani. Infatti i rimborsi mensili per la Francia, mediamente 3,9 miliardi da luglio a maggio 2024, sono crollati a 1,4 miliardi tra giugno e ottobre per poi risalire a 3,4 miliardi a novembre. Il massiccio rimborso di 13,7 miliardi a novembre rappresenta quindi una correzione forzata necessaria per mantenere il rispetto della quota del 20% destinata alla Francia.
Nel programma pandemico del cosiddetto PEP, la Banca Centrale Europea ha agito con maggiore flessibilità. Tra giugno e settembre è stata compratrice netta di 2,5 miliardi di titoli francesi, un dato che si discosta nettamente dal 20% previsto. Nell’ultimo bimestre, poi, si è registrato un flusso compensativo di 5,1 miliardi, ma il saldo trimestrale resta a soli 2,4 miliardi di rimborsi netti.
Ebbene, queste operazioni hanno evitato delle tensioni immediate, ma lasciano aperti degli interrogativi sul futuro. Insomma, La Francia mira a ridurre il cosiddetto deficit PIL al 5,5% nel 2025, mentre l’Italia punta al 3,3%, insomma subendo delle pressioni per ulteriori riforme, e cioè peggioramenti fiscali e previdenziali. Insomma, fregature per gli italiani.
Insomma la Banca Centrale Europea dimostra ancora una volta come le regole possono essere cambiate per gestire le situazioni politiche che lei vuole. Ma fino a che punto è sostenibile questa discrezionalità senza compromettere la fiducia del sistema? Secondo me fino a quando gli italiani non capiranno continuando a votare i partiti politici. Ma per cercare di farvi capire vi leggo che l’Italia, che ha rischiato il fondo del barile per avere il 3,3% di deficit pill, ha dovuto assorbirsi l’ennesimo rimprovero e rimbrotto dell’Ocse che richiede all’Italia, aperte virgolette, azioni coraggiose per limitare la crescita delle pensioni, cioè ridurre le pensioni ai pensionati, aumentare le tasse sugli immobili, anche alimentando, allineando i valori catastali con i valori di mercato, intervenendo sull’evasione fiscale ed effettuando ampie revisioni della spesa, che vuol dire tagliare la spesa pubblica e alzare le tasse e tagliare le pensioni. Vedete un po’ voi.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi