Calcio e violenza: le rivelazioni dell’ex capo ultrà Beretta sulla Curva dell’Inter

Andrea Beretta, ex capo della curva dell’Inter, sta collaborando con la magistratura dopo il suo arresto per l’omicidio di Antonio Bellocco, esponente di un clan di ‘ndrangheta pronto ad appropriarsi del business della Curva nerazzurra.

Secondo le dichiarazioni di Beretta, la gestione della curva garantiva ai suoi leader guadagni significativi: circa 5-6 mila euro al mese, con bonus di 30 mila euro a Natale e a fine stagione. Eventi importanti come una finale di Champions League potevano generare ulteriori profitti grazie alla rivendita dei biglietti con rincari fino al 300%. Beretta ha descritto la struttura della curva, composta da 7.000 persone, di cui 3-400 operative e circa 100 coinvolte in scontri.

Gli ultras disponevano di 160 abbonamenti, intestati a prestanome, e li rivendevano per ogni partita a prezzi maggiorati. Beretta sostiene che la società calcistica fosse al corrente di queste pratiche e che ai tornelli venissero chiusi gli occhi su queste irregolarità. L’Inter, attraverso una nota, ha smentito le dichiarazioni di Beretta.

Beretta ha riferito di un episodio in cui Giuseppe Marotta, dirigente dell’Inter, lo avrebbe protetto, opponendosi a un altro dirigente che intendeva denunciare le sue minacce per una questione legata ai biglietti. Anche queste affermazioni sono state smentite dalla società interista.