Oggi voglio rispondere a una domanda che spesso mi viene posta, sia via email che di persona: “Perché non ti vediamo più partecipare a tavole rotonde, conferenze o eventi di associazioni e organizzazioni? Perché non vieni più a parlare di economia, BCE, tasse e simili?”
La risposta è semplice: ho scelto di non farlo più. Nella vita ci sono dei cicli, e anche noi, come persone, viviamo questi cicli. Una teoria strategica afferma che, in un certo senso, siamo prodotti di noi stessi, e come ogni prodotto o servizio attraversiamo delle fasi: alti, bassi, momenti di crescita e declino.
Guardandomi indietro, credo che il mio ciclo come divulgatore di temi come la BCE, l’Unione Europea o il debito pubblico abbia raggiunto il suo termine. Non perché non ci sia altro da dire, ma perché ritengo di aver detto già molto. Chi mi segue da dieci anni lo sa bene: in questo tempo ho trattato in profondità moltissimi argomenti. Tuttavia, mi sono anche reso conto di quanto sia spesso inutile continuare a ripetere certi messaggi. C’è chi prende queste idee e le sfrutta per costruire la propria carriera politica, ma cambiare davvero le cose è tutt’altra storia.
Per fare la differenza, bisognerebbe diventare primo ministro, e questa non è una strada che intendo percorrere. È un percorso che conosco e che non mi interessa: fatto di compromessi, difficoltà, e in cui oggi non vedo opportunità reali. Non c’è, sinceramente, un partito politico in cui io possa riconoscermi. E qualcuno potrebbe chiedermi: “Perché non ne crei uno tu?” La mia risposta è semplice: perché ho di meglio da fare.
E cosa c’è di meglio? Il mio lavoro. Aiutare gli imprenditori è ciò che faccio ogni giorno, ed è questo che voglio continuare a fare. Perciò, non vado più in pubblico a parlare di BCE, PIL, debito o altri temi economici. Preferisco impiegare il mio tempo in modo diverso: magari prendermi una giornata per ascoltare buona musica con un amico, come Red Ronnie, e poi tornare a dedicarmi alla consulenza per le imprese.
Il mio mestiere è aiutare gli imprenditori a fare scelte strategiche, ed è proprio questo che cerco di fare anche attraverso questa rubrica: condividere la mia visione dell’economia. Non pretendo di avere la verità in tasca, ma il mio obiettivo è farvi riflettere. Ad esempio, quando vi parlano di riforme, provate a tradurle in fregature e capirete molte cose. Quando vi promettono un mondo green, chiedetevi se dietro non ci sia il rischio di perdere la vostra casa.
Oltre a questi spunti, però, il mio lavoro è un altro. Non sono un giornalista: sono un professionista che aiuta gli imprenditori a prendere decisioni strategiche. E sapete qual è la parte migliore? Vedere i risultati. Quando i miei clienti sono soddisfatti, so di aver contribuito a qualcosa di concreto: aiutare famiglie italiane a salvaguardare e creare reddito e occupazione.
Questo è molto più gratificante che scendere in piazza a gridare slogan contro il governo. Perché, alla fine, ciò che conta davvero è fare la differenza, e io ho scelto di farlo attraverso l’economia umanistica.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi