“Romano Floriani Mussolini ha scelto di portare sulla maglia della Juve Stabia il cognome della madre e dunque del bisnonno dittatore criminale. Le braccia tese dei tifosi mentre lo speaker scandisce Mussolini chiudono il cerchio e raccontano lo spirito di un tempo cupo e fetido”.
Così esordisce il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi dopo il primo gol segnato dal pronipote del Duce tra i professionisti. Ovviamente il calciatore della Juve Stabia non può gioire come tutti gli altri: penalizza il legame di sangue ma anche l’esultanza di una parte di tribuna, che per alcuni avrebbe mostrato il braccio teso all’urlo dello speaker dopo il gol, e non semplicemente un’esultanza da stadio. Di più, sarebbe l’indizio di una reminiscenza di regime, ma per l’editorialista del Giornale Tony Damascelli, è tutt’altro.
“Dobbiamo sempre parlare di qualcosa che è successo 80 anni fa“, commenta da Stefano Molinari, “se il nome penalizza allora anche i nipoti dei mafiosi sono mafiosi?“.
Ma è sui tifosi che in molti si focalizzano, nonché sull’esultanza “che racconta un tempo fetido”: “L’unico saluto romano che conosco è quello che viene rivolto a Prodi ogni volta che lo incontrano. Saluto Romano se vedo Prodi. E’ la solita storia, dicono: “questi non sanno cos’è il Fascismo!”, verissimo, ma quelli che parlano di antifascismo lo sanno? Ce ne sono molti che oggi inneggiano all’assassino di New York Luigi Mangione. E allora?“.
Qui il commento VIDEO | 23 dicembre 2024
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