La dichiarazione “nascosta” della Meloni su Trump: il non detto che fa saltare il banco sugli USA

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio Italiano ed esponente della destra bluette neoliberale filoatlantista e filo bancaria, ha recentemente dichiarato che, con l’amministrazione Trump che si insedierà a gennaio, si può avere un approccio pragmatico, sic, un approccio pragmatico. Che cosa Giorgia Meloni effettivamente intenda per approccio pragmatico non è dato sapere allo Stato dell’Arte. Ma possiamo fare comunque alcune congetture, credo non distanti dal vero.

Con buona probabilità l’approccio pragmatico evocato da Giorgia Meloni si risolverà more solito nella totale subalternità dell’Italia agli imperativi di Washington. secondo il rapporto proprio della colonia rispetto al padrone. Del resto sarebbe anche ora di finirla, di parlare di rapporto tra alleati.

Il rapporto tra alleati presuppone un rapporto inter pares, laddove il rapporto tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa tutta è il rapporto del padrone al servo. L’approccio pragmatico, in fondo, ha sempre caratterizzato la politica italiana negli ultimi trent’anni, da dopo che Craxi ebbe l’ultimo sussulto di dignità e di patriottismo opponendosi alla protervia americana a Sigonella. Dopo quell’evento, l’Italia fu sempre posta nella posizione dello zerbino rispetto a Washington.

Come abbiamo cercato di chiarire nel nostro studio Demofobia, il partito unico fintamente articolato del Capitale prevede che destra e sinistra, con la loro opposizione fittizia, siano ugualmente allineate all’imperialismo di Washington, alla stregua di zelanti maggiordomi sempre pronti a prendere gli ordini impartiti dal patriziato cosmopolitico. Giorgia Meloni, peraltro, si è recentemente avventurata a dichiararsi patriota occidentale, una formula demenziale che altro non dice se non l’adesione integrale e supina all’integralismo dell’imperialismo di Washington e dell’Occidente. Anzi, dell’Uccidente liber-atlantista.

Come se non bastasse, nei giorni scorsi Giorgia Meloni ha ribadito che l’Italia sarà sempre vicina a Kiev, cioè sempre prenderà parte alla infame guerra che gli Stati Uniti stanno conducendo contro la Russia di Putin, guerra che Washington conduce utilizzando l’Ucraina del guitto Zelensky, attore “Nato”, come instrumentum belli. E intanto gli sgangherati intellettuali mobilitati dalla destra si adoperano per dimostrare che si può essere patrioti anche rimanendo nella NATO. L’ennesimo Asylum Ignorantia.

Non si dimentichi che lo stesso Guido Crosetto ha precisato che le nostre truppe saranno a Kiev per garantire la pace. L’imperialismo viene così camuffato Orwellianamente come missione di pace, o peacekeeping, come la chiamano gli inglesi. Sempre più Orwell appare come un dilettante rispetto alla realtà presente.

Come se non bastasse, Crosetto ha ammesso candidamente che Trump chiederà un aumento della spesa pubblica destinata alle armi e che, sa va san dir, l’Italia risponderà sull’attenti, come sempre prendendo ordini da Washington. Insomma, non è davvero poi difficile capire che cosa intenda il governo di Giorgia Meloni per approccio pragmatico rispetto a Washington. si tratterà della ben nota e ben collaudata strategia italica di adesione cadaverica e subalterna a tutti gli imperativi di Washington, anche a quelli che maggiormente danneggiano la nostra Italia, come nel caso delle ormai proverbiali sanzioni alla Russia di Putin, il primo caso di sanzioni che vanno a documento del paese sanzionante e non del paese sanzionato.

Davvero, Orwell avrebbe molto materiale da cui trarre spunto per riscrivere e aggiornare 1984.