Nelle sue molteplici vesti di ambasciatrice, scrittrice, editorialista e personaggio televisivo, Elena Basile è ormai una figura nota del panorama culturale e politico italiano. La sua presenza pubblica non passa inosservata, spesso accompagnata da dibattiti accesi e controversie. Ma cosa c’è dietro il suo ruolo di voce critica verso l’establishment? L’ambasciatrice lo spiega chiaramente: il dissenso è alla base della sua scelta di rompere con il passato.
“Non dico cose molto diverse da quelle che esprimono Alessandro Di Battista o Alessandro Orsini,” afferma Basile, riferendosi ad altre figure controcorrente del dibattito politico italiano. “Ma forse non si sopporta che chi ha avuto determinati ruoli e ha fatto parte dell’establishment possa criticare la politica della Nato o dell’Unione Europea.” Una posizione scomoda, che l’ha portata a dimettersi anticipatamente dalla carriera diplomatica.
La sua esperienza da ambasciatrice a Stoccolma e Bruxelles, dal 2013 al 2021, ha arricchito il suo sguardo critico sull’Europa. Basile si definisce una convinta europeista e federalista, ma non cela la sua delusione verso una burocrazia europea che descrive come inefficace e distante dai bisogni reali delle persone. Una visione che ha preso forma anche nei suoi libri, tra cui Frammenti di Bruxelles, una raccolta di racconti che mescola esperienze personali e critica politica. “Io sono sempre stata una critica della burocrazia europea,” racconta, “ma cerco anche di raccontare storie di persone, di personaggi umani consapevoli, persino politici che inseguono il potere, ma che a volte vivono epifanie e riscoprono come siano cambiati gli ideali politici.”