A distanza di anni dall’emergenza pandemica, si torna a parlare di mascherine. La questione la pone il messaggio di un ascoltatore inviato in diretta a Un Giorno Speciale: “Secondo voi, una persona non può ricorrere all’utilizzo della mascherina per evitare una semplice influenza?“.
Di luoghi comuni sull’efficacia dei dispositivi utilizzati durante la pandemia continuano a circolarne, uno di questi riguarda proprio la protezione che questi ultimi dovrebbero offrire da virus come influenza e simili.
Vanni Frajese ne ha parlato ai microfoni di Un Giorno Speciale: “Il punto è molto semplice: la mascherina è essenzialmente un ausilio psicologico, ma non rappresenta un dispositivo realmente in grado di proteggere, ad esempio, dalla trasmissione dell’influenza. A questo proposito, numerosi studi hanno dimostrato l’inefficacia delle mascherine nel prevenire la diffusione dell’influenza. Ricordo che anche figure come Ricciardi e altri esperti del settore, in passato, avevano affermato questo, sebbene il dibattito sia stato spesso oggetto di interpretazioni ambigue. Lo stesso Anthony Fauci, in più occasioni, ha sottolineato che le mascherine non sono utili in certe circostanze.
La spiegazione è piuttosto intuitiva: le trame del tessuto delle mascherine sono molto più grandi delle particelle responsabili della trasmissione dell’influenza. È come installare delle sbarre su una finestra e poi lasciarla spalancata, pensando che le zanzare non possano entrare solo perché ci sono le grate. In realtà, le zanzare entrano comunque, dimostrando l’inefficacia del sistema. Allo stesso modo, la mascherina offre un’illusoria sensazione di protezione che, nei fatti, può rivelarsi controproducente. Studi, come quelli condotti dall’Università di Ferrara, hanno evidenziato che dopo pochi minuti dall’utilizzo delle mascherine, si verifica un aumento della concentrazione di anidride carbonica (ipercapnia), che viene reinspirata, causando condizioni potenzialmente dannose per la salute. Tuttavia, se qualcuno si sente più sicuro indossandola, è libero di farlo, ma è importante essere consapevoli dei limiti e dei rischi associati“.
