“Come faccio io a prevenire l’infezione da un virus, e non uso un farmaco che fa questo? Cioè ne uso un altro che dice di prevenirmi la malattia e siccome mi previene la malattia previene pure l’infezione: ma scusa, ma se la malattia è una conseguenza dell’infezione, come fa a fare questa cosa qua? E allora è chiaro che poi loro fanno le supercazzole. Ma chi ci crede alla supercazzola? Una persona che generalmente è un’analfabeta funzionale”. Così Fabio Duranti introduce in diretta una notizia che ha fatto il giro del web.
Secondo un recente rapporto OCSE, oltre un terzo degli adulti italiani è considerato analfabeta funzionale.
L’indagine Piaac rivela che il 35% degli italiani tra i 16 e i 65 anni ha ottenuto punteggi pari o inferiori al Livello 1 nei test di “literacy”.
Il dato nel Bel Paese rimane stabile, ma basso. Questi risultati collocano l’Italia agli ultimi posti tra i Paesi industrializzati, con performance significativamente inferiori alla media OCSE in lettura, matematica e problem solving. E’ stato inoltre osservato un divario tra il Nord e il Sud: nel Mezzogiorno i punteggi delle competenze sono stati più bassi rispetto al Nord e al Centro Italia.
La notizia è rimbalzata in tutti i social, accompagnata, anche spesso, dall’ironia degli utenti.
Commenta la notizia Alberto Contri, docente di comunicazione.
“Avevo parlato diffusamente di questa questione, spiegando che io me ne sono accorto dopo 26 anni di insegnamento nel vedere le capacità degli studenti ventenni via via ridursi nella loro capacità di comprensione. Vedo i trentenni e anche i cinquantenni che hanno una difficoltà ad approfondire: abbiamo bruciato tre generazioni”
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