Serata nero pece per la Lazio di Marco Baroni, contro l’Inter va in scena la peggiore sconfitta casalinga della storia biancoceleste. In pochi avrebbero immaginato, alla vigilia del match, una debacle di questo genere: sono sei i gol subiti, zero quelli fatti.
A gettare benzina sul fuoco di un’umiliazione del tutto inaspettata ci si mette anche la velocità con cui le cose sono degenerate. Per quasi tutto il primo tempo, fino al quarantesimo circa, si è intravista una buona Lazio, propositiva nell’atteggiamento. L’episodio che cambia tutto è un calcio di rigore concesso ai neroazzurri, causato da Gigot appena subentrato a Gila.
“Da calcio moderno” lo definirebbe qualcuno. Ne conviene il direttore Ilario Di Giovambattista: “Quel fallo di mano è figlio del calcio moderno, ma nella realtà dei fatti è totalmente ridicolo. Gigot salta di spalle, mi spiegate dove dovrebbe mettere la mano su cui rimbalza il pallone? Ormai i difensori non possono più difendere, scriviamocelo sulle regole però. Dobbiamo dire che le aree di rigore sono esclusivamente appannaggio degli attaccanti, cominciamo a scrivere nel regolamento che i difensori devono legare le mani, così siamo tutti d’accordo“.
“Ma di cosa stiamo parlando?” entra a gamba tesa Furio Focolari “vi ricordo che la partita è finita sei a zero e noi siamo qui a parlare di un rigore lecito, che rispetta a pieno il regolamento. Quel rigore è sempre rigore, secondo l’attuale regolamento. C’erano due motivi per annullare quel gol e non dare quel rigore, ma sono successivi. Il primo fallo che vede il VAR è il braccio alzato, molto alzato, di Gigot“.