Romania, Basile avverte ▷ “La colpa a Putin e TikTok? Fumo negli occhi per distogliere l’attenzione”

In Romania, le elezioni presidenziali del 2024 sono state annullate dalla Corte Costituzionale a seguito di presunte irregolarità riscontrate nel processo elettorale. Il ballottaggio, previsto per l’8 dicembre, era stato confermato inizialmente, ma nuovi documenti desecretati e indagini hanno portato alla scoperta di possibili interferenze legate alla campagna elettorale di uno dei candidati, Calin Georgescu.

C’è chi, come Elena Basile, fatica ad attribuire credibilità alle versioni ufficiali sull’annullamento delle elezioni: “Sono sgomenta. Sì, sono sgomenta anch’io, perché stiamo parlando di un paese europeo, e proprio l’Europa sembra appoggiare quello che, agli occhi di molti analisti, potrebbe sembrare un colpo di Stato. La presidente, che ha un passaporto francese ed è un’ex diplomatica francese, ha negato il risultato elettorale che dava a Georgescu la maggioranza, sostenendo che ci sarebbero state interferenze di Putin.

L’idea che Putin possa influenzare i risultati elettorali in un paese con un investimento di 400.000 euro su TikTok mi fa abbastanza ridere. Considerando il soft power occidentale e il controllo di gran parte dei media da parte di paesi occidentali, risulta difficile credere che un’operazione così modesta possa invalidare il risultato elettorale. In Romania, la maggior parte dei media segue infatti la narrativa occidentale, supportata anche da quattro grandi agenzie di stampa internazionali.

La situazione è stata ulteriormente complicata da un comunicato dell’ambasciata americana, che ha parlato di ingerenze russe e ha apertamente minacciato di ridurre gli investimenti nel paese. È stato chiaramente affermato che, essendo la Romania un membro della NATO, non sarebbe stato tollerato alcun cambiamento nella sua politica estera. Tuttavia, Georgescu non ha mai proposto un allontanamento dalla NATO o un avvicinamento ai BRICS. Ha semplicemente espresso il desiderio di evitare che la Romania venga utilizzata come una pedina contro la Russia, tenendo conto della sua storia e della sua vicinanza geografica al grande vicino“.