Romania, il monito USA prima dell’annullamento delle elezioni che vi siete persi

Possiamo dirlo senza ambagi e senza perifrasi edulcoranti: l’ultima frontiera mentale è stata definitivamente abbattuta. È stata rovesciata di fatto l’ultima barriera che ancora impediva una dominazione integrale del nostro immaginario. Se volessimo esprimerci altrimenti, potremmo dire che l’ultima finestra di Overton è stata infine spalancata.

E’ accaduto realmente. Sono state annullate le elezioni presidenziali in Romania. Elezioni che, lo ricordiamo, avevano dato vincente Georgescu, candidato dichiaratamente vicino alle posizioni della Russia e di Putin. Il pretesto dell’annullamento delle elezioni sarebbero le presunte “interferenze della Russia”. Interferenze che, per quello che ne sappiamo, sono ad oggi indimostrate e semplicemente dichiarate.
Si sa, nella liberissima e democraticissima Europa, le uniche interferenze ammesse per principio sono quelle di Washington. A questo punto il dilemma amletico così suona. È nato un colpo di Stato o è un colpo di Stato Nato?

Come ricordavo poc’anzi, si è spalancata una nuova finestra di Overton. Per la prima volta è passato il pericolosissimo principio in accordo con il quale, se le elezioni danno un esito sgradito a Washington e a Bruxelles, allora possono serenamente essere annullate. D’altro canto, nei giorni scorsi Washington aveva fatto sapere che se la Romania si fosse discostata dall’Occidente ne sarebbero discese pesanti conseguenze. Ebbene, le prime pesanti conseguenze non hanno davvero tardato a manifestarsi.
Sono appunto state annullate le elezioni in Romania.

Provate anche solo a immaginare a parte inversa la reazione dell’Occidente. Provate a immaginare se, ex ipotesi, Putin annullasse in Russia delle elezioni con esito a lui sfavorevole, sostenendo che vi sono state le ingerenze statunitensi. Subito l’Occidente, anzi l’Uccidente liberal-atlantista, urlerebbe a squarciagola allo scandalo e alla dittatura, al totalitarismo e all’infamia massima. Ma se a operare in quel modo è l’Uccidente stesso, allora la narrazione evidentemente cambia di 180 gradi. Tant’è che adesso ci spiegano con zelo che le elezioni in Romania sono state annullate per “proteggere la democrazia“.

Non sfugga il paradosso lampante, non passa inosservata la menzogna evidente. Per proteggere la democrazia ci dicono che occorre sospendere la democrazia. Per tutelare la democrazia, ci dicono, è d’uopo annullare le elezioni con cui il popolo ha sovranamente scelto.
Detto altrimenti: per proteggere la democrazia, bisogna annullare la democrazia.

Ormai dovrebbe essere chiaro lippis et tonsoribus, come direbbe il poeta Orazio, cioè ai ciechi e ai barbieri. La democrazia in Occidente è ormai soltanto un flatus vocis, una parola svuotata di significato, tale per cui si è di fatto in democrazia se si vota come vuole Washington. Il lemma “democrazia” oggi copre una realtà intimamente non democratica, che sempre più, diciamolo apertamente, puzza di dittatura imperialistica mascherata. Detto altrimenti, i popoli europei sono oggi liberi di votare come vogliono, a patto che votino come vuole Washington. Pena il vedersi annullate le elezioni, come ora è accaduto in Romania.

Il re è nudo, come si suol dire. Perché ostinarsi a definire democrazia quella che sempre più platealmente appare come una plutocrazia neoliberale finanziaria a base imperialistica? Perché ostinarsi a definire democratico un regime basato sul censo, sulla ricchezza e sulla finanza, in cui la sovranità popolare è stata del tutto marginalizzata?


Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro