Il gesto dei jihadisti siriani smaschera la narrazione a senso unico dei giornali occidentali

I menestrelli del pensiero unico giornalisticamente e geopoliticamente corretto sono operativi anche nelle vacanze di Natale. Ci avevano garantito che i terroristi che hanno preso il potere in Siria, non senza prima averla messa a ferro e fuoco, sarebbero stati democratici e umanitari. Ci avevano garantito che anzi avrebbero dato una svolta alla Siria.

Perché, per la narrazione ufficiale politicamente corretta, il cattivo era sempre e solo Assad, laddove i terroristi dell’Isis figuravano addirittura come i buoni degni di elogio da parte dell’Occidente, anzi dell’Uccidente liberale atlantista. Sulla stampa di Torino usciva addirittura un articolo nel quale si mostrava come in piazza Damasco si ballasse e si festeggiasse la caduta di Assad dicendo addirittura che peggio di Assad non c’era nessuno e che rispetto a lui perfino i terroristi erano migliori. Prodigi del giornalismo europeo.

Come spesso accade, però, i fatti hanno la testa dura e si incaricano di confutare impietosamente le narrazioni ideologiche più strampalate e più organiche all’ordine dominante. Siria, miliziani bruciano un albero di Natale, esplodono le proteste dei cristiani a Damasco. Così leggiamo in questi giorni sui giornali nazionali italiani, anche se in vero la notizia è ripresa anche da molti altri quotidiani europei.

Insomma, piuttosto discutibile come incipit dell’età dell’oro della democrazia terroristica in Siria. I miliziani del nuovo terrorismo democratico Green e Arcobaleno, come forse potrebbero un giorno definirlo i giornalisti organici all’Uccidente, hanno esordito dando fuoco all’albero di Natale. Dunque, hanno da subito rivelato una vera e propria idiosincrasia fanatica verso la festa cristiana.

Non male come inizio, vero? La narrazione dell’Uccidente resterà invariata ancora a lungo? L’abbiamo detto ad nauseam e lo ribadiamo anche ora. La Siria, dopo Assad, rischia concretamente di fare la stessa fine infausta della Libia dopo Gheddafi e dell’Iraq dopo Saddam. D’altro canto, per l’Uccidente, l’aspetto più importante era in fondo il seguente liberare la Siria da Assad neutralizzando cioè la capacità della Siria di figurare come uno stato disallineato alla globalizzazione del dollaro e di più vicino alla Russia e alla Cina, dunque in posizione tale da favorire la genesi di un mondo poliarchico o multipolare che dir si voglia.

I terroristi dell’Isis, in questo caso, hanno fatto perfettamente il gioco dell’Uccidente e anzi, come già abbiamo sottolineato, vi sarebbe seriamente da domandarsi per conto di chi realmente agiscano, detti terroristi, che l’Uccidente continua a presentare come democratici e umanitari. La nostra idea è in fondo la seguente. I terroristi, chiunque li abbia armati e incitati ad agire, stanno agendo comunque nel nome dell’interesse dell’Occidente, il quale si è così disfatto di Assad e presto magari potrà intervenire per disfarsi anche dei terroristi una volta che essi abbiano compiuto la loro, tra virgolette, missione e l’Occidente potrà in quel caso occupare finalmente, come da tempo desiderava, anche la zona della Siria.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro