La maggioranza punta a introdurre un nuovo semestre di silenzio assenso per destinare il TFR alla previdenza complementare a partire dal 1 gennaio 2025.
L’obiettivo, sostenuto da Fratelli d’Italia e dal Ministro, è rafforzare le pensioni integrative, soprattutto per i giovani con delle carriere discontinue. Nel 2023, dei 31 miliardi di euro di ETFR generati, solo il 25%, cioè 7,8 miliardi, è stato indirizzato a fondi pensione, mentre il 55% è rimasto in azienda e il 20% al fondo IMSS. Dal 2007, anno della riforma della previdenza complementare, il 22% circa del TFR maturato, circa 97 miliardi di euro, è stato destinato ai fondi pensione.
La riforma consente ai lavoratori di scegliere tra mantenere il TFR in azienda, trasferirlo al fondo di tesoreria o indirizzarlo alla previdenza complementare, anche in modalità esplicita, con vantaggi fiscali fino a 5164 euro annui. Nel 2023 i fondi pensione hanno raccolto 19,2 miliardi di euro, più 5% circa rispetto al 2022.
Oltre al silenzio assenso, tra gli emendamenti in discussione figurano delle proposte per aumentare le pensioni minime a 623 euro, utilizzare premi aziendali o rendite complementari per facilitare l’accesso alla pensione. Nonostante i 200 e rotti miliardi di euro gestiti da fondi pensioni integrativi, solo il 19% di queste risorse è investito nell’economia italiana, un dato in calo rispetto al 30% del 2019, quindi abbiamo perso in 5 anni circa 11 punti percentuali.
Questo pone una domanda cruciale. Come possiamo trasformare questa enorme risorsa in un motore per la crescita nazionale senza sacrificare la diversificazione, la sicurezza degli investimenti? Le ricadute sull’economia italiana, oggi limitate, potrebbero essere significativamente ampliate, secondo il Sole 24 Ore, con scelte strategiche più orientate al sostegno del tessuto produttivo del Paese. Ma purtroppo abbiamo una classe politica che si occupa di finanza e di tutt’altro, tranne che le questioni strategiche fondamentali.
Questo non da oggi, purtroppo da circa 30 anni.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi