Ora accusano pure Bergoglio: “Alimenta l’antisemitismo”

L’abbiamo detto più volte e lo ribadiamo anche ora: Bergoglio è come un orologio elvetico fermo che, per accidence, segna due volte al giorno l’ora esatta. Bergoglio, che non è il Papa per le ragioni che abbiamo chiarito nel nostro studio “La fine del cristianesimo” e che rinviano tutte al fatto che Ratzinger mai rinunziò al Munus Petrino, dunque rimase Papa in sede impedita: ebbene, Bergoglio sta sostenendo cose sostenibili almeno su alcuni temi.

In particolare sul tema Gaza ci pare che le sue siano per lo più parole ampiamente condivisibili. Segnatamente, Bergoglio sta condannando il massacro di civili compiuto dalle politiche imperialistiche infami di Netanyahu. Non è poco, se si considera l’assordante silenzio della cosiddetta comunità internazionale, nome ipocrita e larvato con cui l’Occidente, anzi l’Uccidente liberale atlantista, nasconde la propria reale identità e le proprie reali operazioni. Quell’Occidente, anzi Uccidente, che per inciso in queste ore sta discutendo ininterrottamente con preoccupazione a reti unificate dei tragici incendi di Los Angeles. Rivelando peraltro preoccupazione soprattutto per le mega-ville dei milionari americani.

Anche i giornali italiani non fanno altro che parlare della villa della cantante Paris Hilton, abitazione da 8 milioni di dollari andata in fumo. Meno preoccupazione, decisamente, rivelano gli araldi dell’informazione politicamente corretta per le sorti del popolo di Gaza, che vive in un incendio permanente ormai da tempo immemorabile. Ebbene, leggiamo su Il Messaggero che un rabbino del Gran Rabbinato ha duramente attaccato Bergoglio per le sue posizioni intorno al massacro di Gaza.

Le sue parole alimentano l’antisemitismo“, questa la surreale e rivoltante accusa mossa a Bergoglio. A quanto pare, nemmeno Bergoglio si sottrae al teorema dominante con cui l’imperialismo di Israele e Stati Uniti, USraele in una parola, vuole mettere a tacere ogni critica che gli viene mossa. Secondo la narrativa ampiamente propagandistica, chiunque critichi le politiche imperialistiche d’Israele deve eo ipso essere un antisemita, o comunque veicolare messaggi che aprono in quella direzione.

Si tratta di una tesi francamente folle e infondata, dacché la critica dell’imperialismo d’Israele non c’entra letteralmente nulla con l’antisemitismo. Si possono anzi criticare egualmente le politiche imperialistiche di Israele e l’antisemitismo stesso, senza che la critica dell’uno comporti l’accettazione dell’altro. Ma, si sa, la propaganda si orienta su basi emotive e non razionali e, come sempre, ha l’unico obiettivo di giustificare l’ordine dominante, quando anche esso appaia palesemente iniquo e inaccettabile, come infatti è.

L’apice della propaganda comunque si è raggiunto nei giorni scorsi con un surreale articolo del Foglio, il rotocalco fondato da Giuliano Ferrara, il quale fin dal titolo sosteneva che Israele “sta lottando per difendere i nostri valori”, come se appunto i nostri valori si risolvessero nelle politiche genocidarie che attualmente vengono attuate da Netanyahu nel nome del sempre ribadito diritto di Israele di difendersi. Diritto che già da tempo è trapassato nel diritto di massacro e di occupazione di stati altrui.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro