Torna a parlare l’ex Commissario europeo per il mercato interno e i servizi sotto l’esecutivo di Ursula von der Leyen, Thierry Breton.
E la critica parte sempre verso Elon Musk, patron di X. Il politico francese infatti lo aveva già preso di mira in passato quando era commissario. Secondo Breton, il Twitter di Musk aveva violato, in occasione dell’inasprimento del conflitto a Gaza, il Digital Services Act, la legge UE per prevenire la disinformazione online. “Abbiamo indicazioni secondo cui X/Twitter viene utilizzato per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell’UE“, scrisse in una lettera indirizzata al magnate minacciando anche sanzioni e ritorsioni non meglio specificate.
Le specifica ora, parlando dell’ipotesi di vietare il social in Europa. “Se non rispetteranno la legge, ci saranno multe. E se continueranno a non rispettarla, la legge prevede anche la possibilità di un divieto“, dichiara all’emittente francese RMC. Ma non è tutto.
La storia della disinformazione online si ricollega alla controversa elezione annullata in Romania: il candidato anti-Nato Georgescu vince il primo turno, ma la Corte costituzionale romena decide che il vincitore è stato favorito da sospette “ingerenze russe” su TikTok (di cui non v’è ancora alcuna traccia certa). Breton lo ricorda quasi come un successo: “Applichiamo le nostre leggi in Europa quando c’è il rischio che vengano aggirate. Lo abbiamo fatto in Romania, e – anticipa – se necessario lo dovremo fare anche in Germania“.
Delle elezioni in Germania (avverranno il 23 febbraio) se ne sta già parlando, soprattutto sul versante “ingerenze”. Stavolta non russe, ma quelle di Musk, che sul suo profilo social ha scritto: “Solo AfD può salvare la Germania“. Vedremo se, come dice Breton, ci saranno interventi anche in questo caso.
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