Tra i canali della più suggestiva delle Venezie del nord e la Cattedrale del Sacro Sangue, si incagliano le velleità europee della Juventus, vestita quasi “alla carbonara” e più volte vicina al gol che significherebbe uscita dalla linea di galleggiamento dei Play Off.
Pochi gli spazi lasciati dagli uomini di Hayen e tutta la pazienza predicata da Motta nella gelida foschia, a livello di tessitura del gioco.
Non che i “bianconeri” non abbiano cercato l’episodio decisivo, vedi la conclusione di Locatelli che chiama in causa il miglior Mignolet, però la sensazione che resta è quella di un mosaico mancante della tessera che lo completerebbe; di una tela che si sfilaccia in ragione di una tessitura a volte troppo complessa; di un reticolato di passaggi che si compiace del suo stesso ritmo e proprio per quello abbassa inconsciamente i ritmi.
Alla fine, poi, manca davanti l’uomo più adatto, che Vlahovic, pur con tutta la buona volontà, dimostra di non essere; alle sue spalle, però, la mancanza di fluidità che fa la differenza soprattutto a livello europeo non lo aiuta di certo.
Più off che play, alla fine.
Paolo Marcacci
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