Crolla il Green deal: ammettono tutto? No, ce ne preparano uno con supposta (firmato Mario Draghi)

Scrive Il Sole 24 Ore che l’Europa continua a perdere terreno nella competizione globale, come evidenziato dall’ultimo rapporto OECD sul quadro macroeconomico dell’Unione Europea.

Il confronto dell’Europa con gli Stati Uniti e con la Cina rivela un PIL stagnante e una scarsa capacità strutturale di crescita, gravi divari in produttività, divari in innovazione, divari in demografia, divari nelle dipendenze strategiche. La crisi della Germania, locomotiva economica europea nel modello europeo che è stato costruito intorno a lei, amplifica il rischio di una recessione per Paesi come l’Italia. Per invertire questo trend – leggiamo nel quotidiano – sarebbero essenziali delle riforme urgenti e investimenti massivi in ricerca e innovazione come indicato nei rapporti Letta e Draghi.

Sapete che io vi consiglio sempre di cambiare la parola “riforme” con “fregature“, così avete un’idea diciamo approssimativa di quello che ci aspetta.

Le politiche industriali dovrebbero privilegiare, secondo loro, settori strategici e competitivi come la farmaceutica, pilastro di innovazione e valore aggiunto. Il governatore Panetta sottolinea che rilanciare la crescita è imprescindibile non solo per il benessere ma anche per “contare” a livello globale. Spiega Il Sole 24 Ore che la lentezza decisionale dell’Unione Europea è un ostacolo critico. Servono delle riforme semplificatorie – vi ricordo sempre di cambiare la parola riforme con fregature – per rendere le istituzioni più efficienti e rapide, come suggerito dal rapporto Draghi. E’ fondamentale sostituire – finalmente qualcuno lo dice – il Green Deal ideologico con un Green Deal sostenibile.

Questa è meravigliosa: invece di dire “il Green Deal è una porcata”, perché come è stato pensato serve a massacrare le imprese, adesso vogliamo fare un Green Deal “sostenibile” cioè con supposta, capace di riportare agricoltura e industria al centro dello sviluppo europeo. Mi pare che il treno sia già perso ma vogliono continuare col Green Deal.

Solo combinando ambizione politica e visione strategica l’Unione Europea potrà tornare competitiva e autorevole nello scenario globale. Peccato che l’Europa non è soltanto in crisi, ma soffre da decenni di politiche sbilanciate sul lato dell’offerta, un’eccessiva totale appiattimento e subordinazione agli Stati Uniti, una transizione verde che è stata anti-industriale e anti-imprenditoriale.
Insomma, la rinascita richiede, secondo il Sole 24 Ore, una rivoluzione interna, non la dissoluzione dell’Unione Europea. Io la penso esattamente all’opposto. Penso che non sia possibile nessuna rivoluzione interna, l’unica è dissolvere questa struttura giuridica che è fatta per privilegiare il potere finanziario e non gli imprenditori, né le famiglie.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi