Inizia col botto l’anno dei Brics: nuova annessione in vista e USA allertati

Il 2025, da poco principiato, si apre anche all’insegna dell’allargamento dei BRICS, vale a dire del blocco dei paesi disallineati rispetto a Washington e al suo imperialismo. BRICS che, oltretutto, stanno percorrendo con successo la via della dedollarizzazione e della creazione di un fronte solidale antimperialistico. Leggiamo infatti che nuovi paesi hanno aderito al fronte dei BRICS e tra questi anche Cuba, da sempre culla del patriottismo socialista antiimperialistico.
Cuba che peraltro è da diversi anni oggetto di un vergognoso embargo da parte della civiltà del dollaro, quella che i giornalisti prezzolati nostrani seguitano a definire “la più grande democrazia del mondo”.

Ci pare davvero un’ottima notizia, al cospetto della quale possiamo ben dire, con i versi del poeta Orazio, nunc est bibendum. La sola via per raggiungere la pace e per superare i conflitti imperialistici che stanno letteralmente insanguinando il mondo – in primis quello in Ucraina e quello in Palestina, che rimandano direttamente a Israele e a Stati Uniti, cioè in una parola a USraele – non sta nella retorica della pace, come è stata espressa ad esempio nel discorso di fine anno del presidente Mattarella.

No, la sola via per raggiungere la pace consiste nella produzione di un nuovo rapporto di forza, che ponga in essere un equilibrio mondiale in grado di tenere a freno la mania incontenibile di imperialismo dell’Occidente, anzi, dell’Uccidente liberal-atlantista. Una nuova forza, un nuovo equilibrio, che sappia produrre una situazione per certi versi accostabile a quella sussistente prima del 1989, quando al blocco statunitense dell’imperialismo turbo-capitalistico si contrapponeva il fronte dell’Unione Sovietica e del socialismo reale. In questa nuova cornice, mutatis mutandis, la Russia e la Cina svolgono una parte realmente dirimente: hanno il compito di coordinare il fronte dei paesi disallineati e di organizzare prudentemente e sapientemente un mondo poliarchico o multipolare, che dir si voglia.

Un nuovo ordine sottratto all’egemonia dell’imperialismo a stelle e strisce. Imperialismo che, come sappiamo bene, aspira a sottomettere il mondo intero con guerre umanitarie, bombe intelligenti, missili democratici, embarghi terapeutici e imperialismo etico. E’ in questa cornice di senso che, come abbiamo già ricordato, ci pare una notizia massimamente buona, quella relativa all’allargamento del fronte dei Brics.

Tale notizia ci segnala una volta di più come il mondo disallineato rispetto all’imperialismo a stelle e strisce della civiltà del hamburger stia sempre più acquisendo consapevolezza dell’esigenza vitale di formare un’unione antimperialistica, andando al di là delle pur evidenti differenze che caratterizzano questi paesi, i quali, pur nella differenza e nella eterogeneità, sono caratterizzati dall’esigenza di fare fronte insieme per resistere alla libido dominandi della civiltà del dollaro e di quella globalizzazione che meglio andrebbe intesa come anglobalizzazione, ossia come americanizzazione forzata dell’intero pianeta sotto i colpi delle bombe umanitarie, dei missili intelligenti e della pace belligerante.

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