Moretti: “Thiago Motta? Gli manca empatia verso la squadra, ha la sindrome del dittatore”

È una tendenza consolidata quella della Juventus. Il pareggio è la costante di una stagione da cui, forse, ci si aspettava di più. Il derby della Mole è l’ennesima conferma: la Vecchia Signora non sa più vincere, ma neanche perdere. Sono 12 i pareggi totalizzati fino a questo punto del cammino, troppi per chi si aspettava una ventata d’aria salubre con l’arrivo di Thiago Motta.

La riflessione si infittisce proprio a questo proposito: dopo un mercato stellare, la gestione delle pedine a sua disposizione sembra essere, per Motta, un punto a sfavore. Le scelte sull’allontanamento di Danilo, sullo scarso utilizzo di Douglas Luiz, le prestazioni ombrose del tanto desiderato Koopmeiners. Qualche ingranaggio necessita di oliatura, intanto Giuntoli si affaccia sul mercato invernale in cerca di rinforzi. Una prima punta da alternare a Vlahovic, ad esempio.

Alvaro Moretti ha analizzato l’operato di Motta ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News: “Mi sembra che non abbia capacità empatica nei confronti della squadra, ha un po’ la sindrome del dittatore. Ce lo conferma la fine che ha fatto fare a Danilo. La Juve è una squadra che non perde mai, quindi, per definizione, una squadra forte a mio parere. Non vince mai, è questo il punto, il segnale che manchi un tassello importante. Possibile che questo tassello sia tecnico? Non credo. A Torino le riflessioni si fanno soprattutto su Motta e sulla sua gestione. La squadra gli è stata messa a disposizione, ma i risultati non arrivano, vogliamo veramente dire che Gesù Cristo sia morto di freddo? Fate voi“.