E’ una solenne promessa, quella effettuata nei giorni scorsi a reti unificate, dal guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, per inciso, l’attore più pagato di tutti i tempi. Il guitto di Kiev della tribù dei Nasi Bianchi ha infatti promesso che si impegnerà in ogni modo per far finire la guerra entro l’anno da poco principiato.
Suona per più versi come una promessa da marinaio, se si considera che il guitto di Kiev sembra agire in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto va promettendo. Per far finire la guerra, in effetti, basterebbe che l’Ucraina rinunziasse alla propria volontà, più volte espressa, di entrare a fare parte della NATO e dell’Unione Europea. Cosa che, con tutta evidenza, il guitto di Kiev non sembra affatto disposto a fare. D’altro canto, non dimentichiamo le reali ragioni per cui questo scellerato conflitto è principiato.
Si dice sempre, con ottime ragioni, che l’invasore ha torto e l’invaso ha ragione. In questo caso, però, abbiamo anche una terza figura, tertium datur: la figura dell’invasato, figura che coincide con l’Occidente, o meglio, con l’Uccidente liberal-atlantista, che a tutti i costi vuole normalizzare la Russia, e aspira a ridurla a inoffensiva colonia della civiltà del dollaro. E allora chi è realmente l’invaso? Chi l’invasore? Non dimentichiamo che fin dagli anni ’90 la NATO, in quanto braccio armato dell’imperialismo della civiltà neoleviatanica del dollaro, va allargandosi senza posa negli spazi un tempo di pertinenza dell’Unione Sovietica. E con l’Ucraina la NATO sta arrivando rapidamente a fare scaccomatto alla Russia.
Occupando l’Ucraina – anche se l’Ucraina ancora non è entrata nella NATO, la NATO è già entrata in Ucraina – la NATO giunge alle porte della Russia, di fatto accerchiandola. L’inimicizia di Washington verso Putin è evidente e si spiega tutta in ragione del fatto che Putin, a differenza di Gorbaciov e di Yeltsin, non è disposto a capitolare e si stanzi opponendo in ogni modo all’americanizzazione forzata della Russia.
Chi è allora realmente l’invasore? Chi realmente vuole la guerra? Del resto basta anche una rapida analisi a volo d’aquila del mondo scaturito dal 1989 per capire quale sia la forza realmente portatrice della guerra. A meno che, ca va san dir, non si voglia compiere il ben noto gesto dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere ciò che gli sta intorno. E allora lo diciamo ancora una volta, la pace potrà scaturire unicamente dal rinnovato equilibrio delle forze, ossia dalla capacità del mondo resistente all’americanizzazione forzata del pianeta di organizzarsi e di propiziare l’avvento di una realtà multipolare.
Per questo dobbiamo sperare in una Russia e in una Cina forti, sovrane, in grado di svolgere la parte di deterrenti rispetto all’efferato imperialismo e alla smisurata libido dominanti della civiltà del hamburger. La pace, detto altrimenti, non dipenderà certo dalla volontà del guitto di Kiev, che pure finge di essere una figura determinante, quando in realtà, l’abbiamo detto e lo ribadiamo, egli è soltanto una marionetta eterodiretta dalla civiltà del dollaro.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro
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