Il 2% del PIL non basta per finanziare la difesa dell’Europa contro la Russia in Ucraina.
Ad affermarlo è Mark Rutte, nuovo segretario generale della NATO, durante l’ultima riunione della Commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Lo propone dopo che a dirlo è stato prima Donald Trump, che ha auspicato un aumento fino al 5% del Prodotto Interno Lordo. “Può fare una grande differenza per la nostra sicurezza futura“, dice il successore di Stoltenberg. “In media, i Paesi europei spendono facilmente fino a un quarto del loro Pil per pensioni, sanità e sistemi di sicurezza sociale. A noi basta una piccola parte di quel denaro per rendere la difesa molto più forte“. La domanda che però ci si fa in aula è: perché e da chi dovrebbe difendersi nel futuro l’Occidente?
Lo chiede Roberto Vannacci proprio a Mark Rutte.
“Il 5 marzo del 2023 un intelligence update britannico raccontava come i russi combattessero con i badili per carenza di munizioni. La presidenza della Commissione von der Leyen ci ha spesse volte detto come i russi rubassero le schede elettroniche dalle lavatrici ucraine per mandarle in Russia al fine di utilizzarle per i loro sistemi d’arma. E la Nato ci dice ogni giorno delle ingenti perdite russe che incrementano ogni giorno di 1.500. In questa situazione di evidente crisi della Russia contro un Paese modesto come l’Ucraina, e soprattutto tenuto conto che l’Europa spende tra i 314 miliardi di euro in un regime di mercato, mentre la Russia ne spende 140 per la difesa in un regime di guerra, ci spiega perché tra tre o quattro anni la Russia potrebbe attaccare un Paese della NATO e perché dovremmo spendere di più in difesa?“.
La domanda, come quella degli altri deputati, rimane senza risposta, almeno nell’immediato.
Guarda qui l’intervento.
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