Trump e Zelensky litigano in mondovisione: “Giochi con la terza guerra mondiale” | Il commento di Borghi

Donald Trump e Volodymyr Zelensky sono attualmente protagonisti di un acceso incontro nella Sala Ovale, connesso alla firma di un controverso accordo sui minerali strategici e un possibile cessate il fuoco da parte dell’Ucraina. In questa sede, Trump ha ribadito la necessità di “fare un accordo equo”, pur sottolineando che l’Ucraina dovrà scendere a compromessi per ottenere il sostegno americano. Le tensioni si sono intensificate durante lo scambio verbale, con Trump che ha accusato Zelensky di “giocare con la terza guerra mondiale”, mentre il leader ucraino ha risposto evidenziando l’importanza vitale dell’aiuto militare e degli investimenti economici degli Stati Uniti.

Intanto anche il vice presidente JD Vance critica Zelensky durante l’incontro, giudicando “irrispettoso” l’atteggiamento del Premier Ucraino all’interno della Stanza Ovale di fronte ai media statunitensi. Trump rincara la dose: “Senza le armi degli Stati Uniti avresti perso la guerra in due settimane. Accordo? Non dai tu le carte, ci stai mancando di rispetto“.

L’incontro, che prosegue in diretta, vede i due capi di stato discutere in maniera concitata i dettagli di un intesa che, al momento, sembra più lontana che mai. Una cosa è certa: la disputa in mondovisione è destinata a rimanere nella storia.

Il commento del Sen. Claudio Borghi in diretta a Lavori In Corso

“Bisogna abituarsi a un sistema di comunicazione non convenzionale. Per chi mi conosce, sentir sparire il vecchio linguaggio diplomatico fatto di dichiarazioni vuote, di incontri a porte chiuse e di comunicati inutili è una boccata d’aria fresca. Per anni tutto è stato nascosto al popolo, mentre i leader si mostravano con sorrisi di plastica. Ora stiamo assistendo a una rivoluzione anche nei metodi di comunicazione, e questo è un cambiamento storico che tutti dovremmo valutare con attenzione. Trump non è cambiato affatto: il suo modo di fare è lo stesso di quando era candidato, e ora che è presidente non ha alcuna intenzione di mediare. Se c’è da litigare, litiga. E lo fa senza filtri, nemmeno di fronte alle telecamere, come sta accadendo con Zelensky.

Ma quale messaggio vuole dare con questo scontro? Forse qualcuno dimentica che Trump è un uomo che è sopravvissuto per un soffio a una macchina politica e mediatica schierata contro di lui. Ha affrontato la propaganda americana, l’intero establishment democratico e oltre vent’anni di globalismo che hanno condizionato il mondo. Per lui, la politica “corretta” non esiste: ha vinto contro tutto e tutti, quindi dice esattamente quello che pensa. Zelensky, dal canto suo, ha giocato molto sul suo ruolo di baluardo contro future invasioni, chiedendo costantemente più aiuti e sostegno. Ma Trump non si sente obbligato nei suoi confronti, anzi, ritiene di avere lui un credito nei confronti di Zelensky. Perché, agli occhi di Trump, chi ha già ricevuto miliardi in aiuti economici e militari non può presentarsi con arroganza e pretendere ancora di più. Quel tipo di atteggiamento poteva funzionare con Biden, ma non con Trump“.