Strozzinaggio europeo camuffato da regalo: il bancomat di Bruxelles sono le nostre tasche

Il processo per definire il bilancio dell’Unione Europea per il periodo 2028-2034 è iniziato, ma si preannuncia complesso.

Le esigenze di spesa, infatti, sono in aumento – in primis la difesa – mentre le entrate scarseggiano. Il debito contratto con il Next Generation dell’Unione Europea va rimborsato e, sì, lo dico da anni: non sono soldi regalati, ma debiti che vanno ripagati. Mancano all’appello 30 miliardi all’anno, per un totale di 306 miliardi, di cui 122 destinati all’Italia. La Commissione Europea propone di aumentare le cosiddette “risorse proprie”, ovvero più tasse e maggiori contributi dagli Stati membri.

Non so se avete capito cosa sto dicendo – credo di sì. È diverso da quello che vi hanno raccontato, ossia la narrazione dei soldi elargiti da “mamma Europa”. Per l’Italia, questo significherebbe passare da 16,3 miliardi a 19,6 miliardi all’anno di contributi. Le possibili soluzioni creano tensioni.

Una riduzione delle spese porterebbe a un taglio del 20% della capacità di bilancio, mentre la proposta spagnola di rinnovare il debito in scadenza è osteggiata dalla Germania e dalla Corte Costituzionale tedesca. Come ben sappiamo, queste ultime ritengono che tale operazione violerebbe la natura temporanea del Next Generation dell’Unione Europea: ciò che era stato definito come temporaneo, infatti, non sarebbe più tale.

Un’ipotesi estrema sarebbe coinvolgere il famigerato MES, che dispone di 422 miliardi, ma questo solleverebbe problemi giuridici.

La von der Leyen ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere proposte, mentre si discute di riformare il bilancio attraverso cinque macro-aree di spesa e un approccio simile a quello del PNRR. Tuttavia, questo modello accentua cosa? Il controllo dell’Unione Europea sull’economia nazionale, aggravando ulteriormente un problema ormai evidente a tutti.

Sembra proprio che la storia si ripeta.

Prima ci vendono la narrazione di una pioggia di miliardi “regalati” dall’Unione Europea, poi ci presentano il conto – con gli interessi. In realtà, è da anni che lo dico. E ora, tra più tasse e più vincoli, Bruxelles cerca disperatamente di tappare i buchi di un bilancio insostenibile.

E come farà? Aumentando le tasse ai cittadini europei e chiedendo maggiori contributi agli Stati membri, ovvero sempre ai cittadini europei. Bene, penso che ormai queste cose siano chiare.

Chi mi segue da anni lo sa bene. Io mi occupo di imprenditori, e fortunatamente gli imprenditori hanno una visione molto diversa da questa.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi