Altra frottola su Trump: ecco cosa sta realmente accadendo al dollaro (e quindi al mondo)

La narrativa dominante riguardo alle politiche economiche di Donald Trump è isterica e intrisa di pregiudizi, come spesso accade nei contesti di tensione geopolitica. Non è affatto strano il fatto che i giornalisti e i media identifichino la colpa, debbano dare la colpa a qualcuno, perché cercano una ricetta semplice da dare in pasto ai cittadini comuni. In realtà non è una soluzione, è un gettare la colpa. E quindi viene gettata la colpa della situazione economica al piano economico di Trump. In realtà Trump è un fenomeno degli ultimi mesi, invece la situazione economica è difficile da molti anni.

Il piano economico di Trump è basato su deregulation, riduzione delle tasse e pianificazione di crescita, ed era già noto durante la campagna elettorale, non è stata una sorpresa e quel piano ha avuto l’approvazione degli elettori e dei mercati finanziari. Infatti il fenomeno cosiddetto “Trump trade” ha visto Wall Street crescere senza sosta fino al 19 febbraio scorso col dollaro ai massimi dall’estate del 2022. Che cosa è cambiato adesso? Beh, ci sono delle reazioni di mercati di assestamento che sono necessariamente complesse, e non necessariamente punitive. Insomma, bisogna guardare le cose in modo più ampio, evitando da un lato le chiacchiere da bar, dall’altro gli allarmismi.

Siamo certi che la riduzione delle regole che vuole Trump non sia invece un bene necessario dopo molta burocrazia e dopo molte norme create sui castelli di sabbia, sul tema ESG per esempio, tanto per citarne uno fra i molti? Ecco, io sono anni che mi occupo del tema ESG, ho anche scritto un libro al riguardo, lo trovate su Universitalia.

Ebbene, il tema è molto complesso, perché se da un lato nessuno è contro le norme, dall’altro l’applicazione di quelle norme, soprattutto in una logica ambientale feroce, ideologica e che va a colpire solo le piccole imprese, non le grandi imprese inquinanti, beh, a me pare da un lato moralistico e dall’altro palesemente ingiusto. E i temi della governance, per esempio, dei quali io parlo con gli imprenditori, riguardano la capacità di un’impresa di restare sui mercati. Perché il terzo tema, cioè il social, che vuol dire prioritariamente dare occupazione alle persone, nella mia visione, le persone che lavorano in azienda e i loro collaboratori, dipende dalla capacità dell’azienda di stare sui mercati. Un eccesso di burocrazia europea certo non ha fatto piacere alle imprese mie clienti. Io parlo dal mondo reale.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi