Nei giorni scorsi è andata in scena la piazza più assurda e demenziale della storia recente. Voglio dire la piazza dell’Europa. Migliaia di persone si sono radunate nelle piazze italiane, convocate da Michele Serra e dal suo surreale articolo comparso sulle colonne del rotocalco turbomondialista, voce del padronato cosmopolitico, La Repubblica.
Migliaia di persone che hanno invocato consolari ai valori dell’Europa o, più precisamente, dell’Unione Europea. Celebrando a pieno spirito il riarmo dell’Europa, vale a dire il programma della vestale del neoliberismo Ursula von der Leyen, il programma noto come Rearm Europe. E hanno pure avuto il coraggio di cantare a squarciagola Bella Ciao, producendo una scena che nemmeno al genio distopico di Orwell sarebbe potuta passare per la mente.
Cantare Bella Ciao invocando il riarmo dell’Europa segna, con ogni probabilità, il punto più basso della storia recente, pari solo a quando, nel 1999, si riempirono le piazze di militanti, o meglio di militonti, che invocavano l’intervento imperialistico della NATO in Serbia. Sarebbe interessante domandare placidamente ai manifestanti quali sono i valori dell’Unione Europea nei quali si identificano con tanto zelo. Finanza e spending review, cancel culture e guerre umanitarie, arcobaleno e svolta green a beneficio del capitale, missili intelligenti e pareggio di bilancio, Antonio Scurati, che non molto tempo addietro invocava piagnucolante Mario Draghi e pregava a ciò che rimanesse sulla plancia di comando, ha lanciato il grido «Guerrieri d’Europa», invocando in perfetto stile orwelliano un esercito pacifista e una democrazia armata d’Europa.
Tra i partecipanti alla manifestazione si sono registrati, tra gli altri, anche i nomi dell’eroe del musicalmente corretto, Jovanotti, e di Liliana Segre, la senatrice che si batte contro gli orrori della storia e poi non è disposta a riconoscere che quel che sta accadendo a Gaza è un genocidio in piena regola. Bisogna fissarlo davvero bene nella mente. Una piazza così demenziale non si era mai registrata.
Una piazza che, voglio sottolinearlo, segna il tramonto definitivo dell’Unione Europea. Tempio vuoto che santifica e glorifica il capitale finanziario e l’imperialismo neoliberale. Crolla oltretutto la narrazione secondo cui l’Unione Europea ci proteggerebbe dalle guerre, uno dei pilastri ideologici su cui il costrutto repressivo dell’Unione Europea si è venuto edificando.
Tutto al contrario, l’Unione Europea propizia nuove guerre, proponendo ora un riarmo destinato a costare 800 miliardi di euro, che naturalmente verranno generosamente prelevati dalle tasche dei cittadini europei. L’ha detto, peraltro, senza perifrasi edulcoranti, la signora von der Leyen. Bisogna, e l’ha asserito, trasformare i risparmi privati in investimenti necessari.
E forse chissà, anche Romano Prodi, uno degli eroi che ci condusse nell’Euro e nell’Unione Europea e che ancora recentemente ha ricordato di essere servo dell’Unione Europea, sono parole sue, correggerà la sua nota affermazione secondo cui grazie all’Euro e all’Unione Europea lavoreremo un giorno in meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in più. Chissà, forse Romano Prodi dirà ora che grazie all’Unione Europea e all’Euro combatteremo un giorno in meno come se avessimo combattuto un giorno in più. È il caso di dirlo senza ambagi.
La fantasia ha superato la realtà facendo apparire, sotto ogni riguardo, Orwell un dilettante.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro