Turchia, chi è Ekrem Imamoglu? L’opposizione a Erdogan e l’arresto

Come annunciato da lui stesso sul suo account X prima di essere prelevato in casa sua, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu (uno dei più grandi rivali di Erdogan) è stato arrestato ieri mattina dalla polizia turca. Le accuse sono molto gravi: corruzione, tangenti e legami con presunti gruppi terroristici.

Infatti, secondo l’emittente televisiva turca Ntv, Imamoglu sarebbe stato tratto in arresto “nell’ambito di un’indagine su corruzione e terrorismo avviata nella municipalità metropolitana di Istanbul“. In particolare – viene specificato – “La procura sta conducendo due indagini distinte”. Nella prima, “Mamoglu e altri imputati sono accusati di aver agito congiuntamente con il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan ndr – l’organizzazione politica e para-militare con l’obiettivo dell’indipendenza dell’omonima regione medio-orientale) e di aver collocato dei suoi membri in posti chiave“. 

Mentre “Una seconda indagine – aggiunge Ntv – sta accertando casi di corruzione e tangenti“. Un’indiscrezione confermata anche da CNN Turk, che ha citato letteralmente le parole del procuratore capo della città sul Bosforo.

Il tutto, in una serie di procedimenti giudiziari che, secondo il sito di informazione di opposizione Diken, vedono coinvolti anche alcuni sindaci di importanti circoscrizioni di Istanbul. Addirittura, l’agenzia statale Anadolu riferisce la notizia per cui i procuratori avrebbero emesso un mandato di cattura per oltre un centinaio di persone.

Ma di cosa parliamo esattamente? E che ruolo ha davvero l’attuale presidente Turco in questa vicenda? Andiamo per ordine.

Turchia, Imamoglu: “Ci troviamo di fronte a una grande tirannia. Ma non mi arrenderò”

Ci troviamo di fronte a una grande tirannia. Ma voglio che sappiate che non mi arrenderò“. Queste le parole del Sindaco di Istanbul nel video pubblicato sul suo account X poco prima dell’arresto.

Ekrem Imamoglu è stato eletto primo cittadino di Istanbul nel marzo del 2019; in quella che è stata una sconfitta clamorosa per Erdogan.

Il partito del presidente turco (AKP) aveva infatti governato la città per circa 25 anni, e la batosta subìta non è mai stata accetta di buon grado. Tanto, da spingere lo stesso Erdogan a fare pressioni per annullare i risultati delle elezioni comunali, per via di presunte irregolarità.

“Inaspettatamente”, la contestazione dell’AKP ha portato a una ripetizione della tornata elettorale, solo pochi mesi dopo. Ma anche in quel caso, a trionfare è stato Imamoglu. (L’attuale sindaco è riuscito poi a mantenere la carica in occasione delle elezioni locali dello scorso anno)

Tutte queste vicende gettano inevitabilmente più di un’ombra sulle modalità e le ragioni del suo arresto. Anche perché, in vista delle primarie del 23 marzo del Republican People’s Party (CHP – la forza principale d’opposizione), Imamoglu è il favorito per essere scelto come candidato alle prossime elezioni presidenziali.

Non a caso, in più occasioni l’effettiva ‘democraticità’ dello Governo turco è stata messa in discussione. E senza pensare a chissà quali dietrologie, viene facile immaginare una correlazione fra la posizione politica di Imamoglu e le conseguenze giudiziarie che sta attraversando.

Ozel (segretario CHP): “Stiamo subendo un colpo di Stato contro il nostro prossimo presidente”

Ovviamente, le principali forze di opposizione del paese stanno contestando con veemenza l’arresto del sindaco.

In questo momento è in atto un’imposizione per impedire alla nazione di determinare il suo prossimo presidente. Stiamo subendo un colpo di Stato contro il nostro prossimo presidente“, ha affermato Ozgur Ozel, segretario del Partito Popolare Repubblicano (CHP), lo stesso di Imamoglu.

Anche Tuncer Bakirhan, il presidente del partito filo-curdo Dem (la terza forza politica più rappresentata in parlamento), ha chiesto il rilascio immediato del sindaco, sottolineando come il suo arresto sia stato “un chiaro attacco alla democrazia e alla volontà popolare“.

Nonostante la prefettura di Istanbul abbia vietato fino al 23 marzo ogni tipo di manifestazione politica (e ordinato, in tal senso, la chiusura temporanea di molte fermate della metropolitana), il CHP ha convocato alle 20:30 di ieri sera una dimostrazione presso la sede del Comune di Istanbul, nel quartiere di Sarachane.

Sdegnano inoltre le indiscrezioni dell’osservatorio ‘Internet Netblocks‘, secondo cui  la Turchia avrebbe limitato l’accesso a numerose piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok.

Arresto Imamoglu: in borsa crolla il valore della Lira turca

L’arresto del sindaco di Istanbul ha innescato una serie di reazioni fortissime tensione anche per quanto concerne i mercati finanziari. L’impatto economico della notizia è stato infatti molto pesante. Nella giornata di ieri il valore della lira turca ha toccato il minimo storico, con il cambio che ha raggiunto quota 40,24 lire per un euro; e 36,81 lire per un dollaro.

Anche la Borsa di Istanbul ha subito un contraccolpo, con l’indice BIST che ha registrato un calo del 6,87% all’apertura, portando addirittura alla temporanea sospensione delle contrattazioni.

Secondo William Jackson (Chief Emerging Markets Economist di Capital Economics; compagnia di consulenza e analisi economica statunitense) “il brusco calo della lira turca complicherà il lavoro della banca centrale nel tentativo di frenare l’inflazione, e solleverà interrogativi sulla capacità del governo di mantenere la fiducia degli investitori nel suo piano di riforme economiche. Nel breve termine, la situazione rappresenta una sfida non indifferente per la banca centrale. È probabile che l’inflazione accelererà ulteriormente questo mese, costringendo i responsabili politici a sospendere il ciclo di riduzione dei tassi di interesse quando si riuniranno in aprile“.