Intervista al Ministro Francesco Lollobrigida ▷ “Peggio dei dazi USA ci sono solo i vincoli UE”

Siamo qui per anche incontrare i tanti amici in Europa dei conservatori europei, cioè quelli che tengono alle tradizioni, vogliono un’Europa più forte ma rispettosa degli interessi dei popoli e soprattutto di quelli che erano gli obiettivi di chi l’Europa l’ha voluta nel 1957 con i trattati di Roma: prosperità e pace, due elementi che non sempre l’Unione Europea è riuscita a garantire ai popoli tanto da creare una crasi della fiducia che era ben maggiore in passato“. Un concetto che in una settimana come questa, pesa doppio. Perché se Giorgia Meloni si è detta “sconcertata” dalle reazioni alla sua critica al Manifesto di Ventotene in parlamento, questo non vuol dire che le contestazioni all’UE, perfino su come è stata pensata, finiscono qui.
L’agricoltura e il cibo sono stati un punto sensibile degli attriti tra Italia e Unione Europea negli ultimi mesi, ed è su questo che si posa l’occhio del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ai nostri microfoni.

Molto più dei dazi di Trump, anche se “Ovviamente per un paese esportatore come il nostro i dazi non sono mai una buona notizia”.

“Siamo in un mercato mondiale non regolato, questo è un grande problema. Esistono degli approcci di nazioni che fanno concorrenza anche i nostri prodotti, che hanno un costo di produzione estremamente più basso perché non rispettano le stesse regole che facciamo rispettare noi, che fanno rispettare i nostri imprenditori sul lavoro, sull’ambiente, soprattutto a est del mondo.

Con gli Stati Uniti, alleato strategico, dobbiamo riuscire a trovare un punto di convergenza sul rafforzamento delle nostre rispettive economie che significa anche il rafforzamento dei nostri sistemi istituzionali. La democrazia si difende anche dimostrando che è più capace di garantire la prosperità ai propri popoli e questo condiziona: la democrazia non si deve e non si può imporre, si può invece dimostrare che è il miglior sistema possibile. C’è una cosa di cui abbiamo più paura (rispetto ai dazi, ndr), quando le burocrazie europee e alcune lobby spingono per criminalizzare i nostri prodotti: non c’è nessun dazio dannoso come l’azione comunicativa negativa che si fa all’interno dell’Europa.
Mentre sui dazi si balla almeno in due, in questo caso si balla da soli: qui l’Europa potrebbe essere protagonista in un cambio di passo a tutela dei propri prodotti, dei propri produttori, del lavoro, dell’ambiente con una logica differente da quella che è stata portata avanti dalla vecchia Commissione e che nella nuova Commissione, soprattutto grazie all’Italia, sta cambiando indirizzo.

Come si fa in modo che solo i prodotti migliori vengano definiti prodotti di qualità?

L’Italia è la nazione della qualità, siamo una nazione piccola che deve produrre valore aggiunto, non a caso abbiamo lavorato in questi due anni facendo tornare l’Italia la prima nazione europea per valore aggiunto in agricoltura. Un record eccezionale che ha portato una crescita eccezionale di reddito agli agricoltori. Non basta mai, ma essere i primi in Europa per crescita del reddito degli agricoltori per me è una grande ed importante soddisfazione. Il PIL italiano è trainato dal settore agricolo, altro record, quindi risultati eccezionali.
C’è chi ha un altro tipo di impostazione, altri interessi anche all’interno dell’Unione Europea. Il Nutri-Score era semplicemente una follia che abbiamo contrastato grazie alla battaglia iniziata da Fratelli d’Italia ma poi sposata da tutto il Parlamento. Etichette condizionanti che non informano, che ti dicono delle cose che semplicemente risultano follie agli occhi di chi conosce questi prodotti: mettevano in arancione il parmigiano reggiano piuttosto che l’olio d’oliva, che possono avere anche lontanamente un effetto dannoso, poi mettevano in verde quei prodotti industriali in cui tu in un laboratorio riesci a mettere un po’ di grammi di carboidrati e un po’ di grammi grassi. E quello viene considerato meglio di un’alimentazione composita come la nostra. La longevità italiana è la prima in Europa, e se vivi di più lo devi anche alla tua alimentazione oltre che all’ambiente nel quale ci troviamo.

Allora io se dovessi dire all’Europa, scherzando, che etichetta mettere, sarebbe: mangia come un italiano e vivrai di più. Bisogna guardare ai nostri prodotti come elemento di crescita. Per gli altri nel benessere, per noi nell’economia e nel benessere”.