Recentemente il ministro Lollobrigida, esponente di punta del governo della destra bluette neoliberale filoatlantista e filoisraeliana, ha dichiarato senza perifrasi che, sono parole sue, ‘abolire il reddito di cittadinanza è stato un gesto di civiltà’. Sic. Una frase letteralmente tranchante che merita un pur telegrafico commento.
Indubbiamente il reddito di cittadinanza nel periodo effimero per cui è durato si è rivelato uno strumento decisamente perfettibile e anche denso di limiti. Su questo non deve esservi alcun dubbio. Anziché svolgere la giusta parte di provvisorio salvagente d’emergenza per chi si trovava senza lavoro, il reddito di cittadinanza ha finito per essere uno strumento assistenziale in sostituzione del lavoro stesso.
Ebbene, una società che sostituisca il lavoro con l’assistenzialismo è una società in cattiva salute, che oltretutto mortifica e umilia i suoi cittadini da che solo il lavoro, non certo l’assistenza caritatevole dello Stato, può gratificare e realizzare le persone. Hegel e Marx insegnano.
E questo però non deve indurci a perdere di vista la questione generale. Per la prima volta negli ultimi trent’anni sono stati usati con il reddito di cittadinanza i soldi pubblici per portarli verso il basso, ossia verso le masse sofferenti e, per dirla con Jack London, il popolo degli abissi. Non verso l’alto, vale a dire verso le banche, i grandi gruppi privati e i signori del capitale.
E questo mi pare già un punto tutt’altro che trascurabile, che rivela oltretutto quanto il cosiddetto governo giallo-verde fosse infinitamente superiore rispetto a quelli precedenti e a quelli successivi. Il ministro Lollobrigida avrebbe ragione nel dire che togliere il reddito di cittadinanza è stato un gesto di civiltà, se e solo se lo si fosse sostituito con altri strumenti welfaristici più efficaci, o se semplicemente si fosse perfezionato lo stesso reddito di cittadinanza nel senso di cui prima dicevamo. Ma togliere il reddito di cittadinanza senza introdurre nuovi strumenti funzionali allo stato sociale e al suo potenziamento non è un gesto di civiltà, e anzi un gesto di barbarie, peraltro coerentissimo con le logiche illogiche del neoliberismo e della sua lotta di classe dall’alto, perfettamente raffigurata iconicamente dalla motosega del caudillo argentino Milei.
Non dimentichiamo che il governo della destra neoliberale che fa capo a Giorgia Meloni con una mano ha rimosso il reddito di cittadinanza e con l’altra mano ha sprecato i nostri soldi, sostenendo le irragionevoli ragioni della guerra d’Ucraina e del guitto di Kiev, l’attore nato con la N maiuscola e il prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood. Ebbene, i soldi destinati al reddito di cittadinanza, pur con tutte le sue evidenti imperfezioni, erano sicuramente spesi meglio rispetto a quelli sperperati per la guerra. Su questo non abbiamo alcun dubbio e dobbiamo dirlo con enfasi e senza tema di smentita.
Il modo peggiore per spendere i soldi pubblici è la guerra. Il governo della destra bluette neoliberale si è rivelato da subito forte con i deboli e debole con i forti, ha rimosso il reddito di cittadinanza e non ha fatto letteralmente nulla contro gli extraprofitti delle banche, che pure diceva pomposamente di voler togliere. Con ciò abbiamo una prova ulteriore del fatto che questo governo, non meno di quelli della sinistra fucsia, è saldamente schierato dalla parte dei gruppi dominanti della globalizzazione neoliberale, ed è parimenti pronto a massacrare senza pietà le classi lavoratrici e i ceti medi, come peraltro sta da tempo facendo con successo.
E oltretutto ha il coraggio di definire questo massacro univoco dall’alto un gesto di civiltà.