Roma, pedigree UEFA: a Bilbao caccia al 6° quarto di finale dal 2018

Dalla semifinale di Champions League contro il Liverpool fino al trionfo in Conference di Tirana, passando per la finale persa contro il Siviglia (o meglio l’arbitro, Anthony Taylor) in Europa League. Da 7 anni ormai la Roma è una presenza assidua e costante nelle fasi finali delle competizioni UEFA. E, con la speranza che da Bilbao arrivino buone notizie, anche in questa stagione la tendenza sembra essere la stessa.

In vista del ritorno contro l’Athletic Bilbao, con la conferma del ritorno di Dybala, oltre a quella del mancato recupero di Celik (lesione di primo grado del tendine congiunto bicipite femorale coscia sinistra), l’unico vero dubbio di formazione per Ranieri resta il ballottaggio in attacco fra Dovbyk e Shomurodov. Sarà fondamentale per il tecnico di Testaccio non fare alcun minimo un errore, che è perfettamente consapevole di quanto questo match possa essere un crocevia fondamentale per la stagione dei giallorossi:

Posso contare su tanti giocatori – ha detto in conferenza stampa – se riposa qualcuno non succede succede nulla. Ha ragione Allegri: l’allenatore più bravo è quello che fa meno danni. Nel corso di una partita ci sono a sua volta tante ‘partite’ al suo interno, e questi ragazzi mi permettono di aiutarli cambiando alcune cose. La mia fortuna è avere questi ragazzi a disposizione“.

Sull’approccio al match: “Dobbiamo entrare in campo e fare il nostro gioco sapendo che davanti abbiamo una squadra bella, tosta e compatta, che farà di tutto per vincere. Se entriamo in campo con l’idea che il pari vada bene l’andiamo a perdere. Già l’ho detto a loro, facciamo la nostra partita come siamo abituati a fare. Attacchiamo in 11 e difendiamo in 11, conosciamo i nostri pregi e i nostri difetti. Dobbiamo cercare di nascondere i nostri difetti il più possibile“. 

Dopo il 2-1 dell’andata, sigillato dal gol clamoroso all’ultimo respiro di Shomurodov, l’obiettivo è chiaro: passare il turno e continuare a cullare il sogno di vincere l’Europa League; raggiungendo un quarto di finale che avrebbe un sapore ‘storico’. Sarebbe infatti la 6° volta dalla stagione 2017/2018 in poi.

Roma, l’impresa sfiorata col Liverpool, la gioia di Tirana e le lacrime di Budapest: in pochi meglio dei giallorossi nei tornei UEFA

2 maggio 2018, ritorno delle semifinali di Champions League: dopo la sconfitta per 5-2 nell’andata ad Anfield, la Roma di Di Francesco sfiora l’impresa contro il Liverpool dell’ex Mohamed Salah, vincendo all’Olimpico 4-2, tra mille rimpianti per una finale di Kiev che sarebbe stato il giusto premio per un percorso straordinario. Troppi errori nella partita in terra d’Albione, e troppe sviste arbitrali nel match dell’Olimpico, su tutte il fallo di mano nettissimo non ravvisato su Alexander Arnold nel secondo tempo.

Da quel giorno in poi, i tifosi dei giallorossi hanno visto nascere due versioni molto diverse della loro squadra. Una scialba, inefficace e limitata in Italia, autrice di campionati anonimi dove il massimo traguardo raggiunto è stato il 5° posto del 2020; e un’altra forte, coraggiosa, carismatica e temuta in campo europeo. Dal 2018, la Roma ha sempre raggiunto la fase a eliminazione diretta di tutte le competizioni UEFA in cui ha partecipato, giocando almeno gli ottavi di finale. 5 addirittura le semifinali disputate (di cui 4 consecutivamente, dalla stagione 2020/2021 a quella scorsa). 2 invece le finali, dall’esito molto diverso: prima il trionfo in Conference League a Tirana il 25 maggio 2022; poi il furto subito a Budapest l’anno dopo in Europa League, nella partita maledetta contro il Siviglia.

Un rendimento da top club europeo, che è valso alla Roma l’attuale 6° posto nel ranking UEFA; un trend che Ranieri e la sua squadra sperano di proseguire nel complicato ritorno contro l’Athletic Bilbao. Il sogno di vincere ciò che a Budapest è stato solo sfiorato è più vivo che mai, ma è importante ragionare un passo alla volta. L’impegno più imminente è già molto difficile e dalla portata potenzialmente storica. La speranza, è che l’eventuale qualificazione contro i baschi al sesto quarto di finale in una competizione UEFA degli ultimi sette anni, sia solo una delle tappe intermedie per raggiungere un sogno cullato nella capitale da troppo tempo.