Vi sono novità, peraltro inquietanti, sul fronte del brutto episodio legato alla recente intervista a Ventotene con Romano Prodi, l’uomo che portò l’Italia nella moneta unica, l’euro, e che fu anche advisor di Goldman Sachs. Indubbiamente uno dei politici più potenti della storia recente italiana, puntualmente allineato, ça va sans dire, con l’ordine dominante della globalizzazione neoliberale. In questi giorni si è molto discusso dell’intervista, particolarmente sgradevole per i toni livorosi e palesemente infastiditi di Romano Prodi.
La giornalista aveva dichiarato che l’euroinomane di Bruxelles le aveva addirittura tirato i capelli. Tuttavia, fino a quel momento, in assenza di prove, era la sua parola contro quella di Prodi. Tant’è che molti araldi dell’ordine liberal-progressista e dell’armata Brancaleone della Sinistrash – che ha rinnegato in maniera deplorevole Marx, Gramsci e le classi lavoratrici – si erano apertamente schierati, senza se e senza ma, dalla parte di Prodi.
Enrico Letta, ad esempio, aveva cinguettato su X postando una sua foto accanto a Prodi e scrivendo icasticamente: «Io sto con Romano». Ancora più in là si era spinto il giornalista Massimo Giannini, firma di punta del rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico La Repubblica, il quale aveva asserito che Romano Prodi aveva dato una bella lezione ai “giornalisti sicari”. E Deborah Serracchiani, in una sua epifania catodica su La7, aveva quasi giustificato Romano Prodi, dicendo che da lui non si può pretendere “la pazienza di Giobbe”.
Un po’ come dire che, in fondo, la giornalista se l’era quasi cercata, provocandolo e mettendo alla prova la sua pur presente pazienza. Tuttavia, ora sono spuntate le prove, segnatamente un video che mostra come Romano Prodi abbia effettivamente tirato i capelli alla giornalista di Mediaset. Perfino Il Corriere della Sera ha pubblicato il video, dedicandogli un articolo specifico.
Insomma, Romano Prodi non si è limitato a perdere la pazienza verbalmente, ma è passato ai fatti, e più precisamente a gesti francamente deplorevoli sotto ogni aspetto. Con ciò va in frantumi l’immagine collaudata di un Romano Prodi bonario, pacato, riflessivo e dialogante. Ne emerge invece l’immagine opposta: un Romano Prodi livoroso e pronto, all’occorrenza, a rispondere con gesti inquietanti a semplici domande di una giornalista.
E ora? Femministe, MeToo e politici liberal-progressisti che diranno? Enrico Letta continuerà a dire “Io sto con Romano”? Il giornalista Giannini sosterrà ancora che Prodi ha dato una bella lezione ai giornalisti? E la Serracchiani parlerà ancora della pazienza di Giobbe messa a dura prova? Vi sarà, come sarebbe auspicabile, una presa di posizione collettiva contro il contegno, francamente criticabile, di Romano Prodi? Oppure, al contrario, le sinistre liberal-progressiste – sempre barricate a difesa dell’inclusività e delle donne – preferiranno alzare le spalle e voltare lo sguardo altrove?
Sarebbe davvero curioso e tragicomico, considerando che proprio in questi giorni il paladino della sinistra – o meglio, della Sinistrash politicamente corretta – Dario Franceschini ha proposto di sostituire il cognome paterno nei nuovi nati con quello materno, per ovviare all’“ingiustizia storica” del maschilismo. Una proposta, lasciatemelo dire, davvero demenziale, considerando che un femminismo così inteso non è altro che un maschilismo di segno opposto. Proprio come un cubo rovesciato resta pur sempre un cubo.
Staremo a vedere. Nel frattempo, registriamo con un certo sgomento l’accaduto: una pagina davvero triste della recente storia italiana. Anche perché – inutile negarlo – questa storia è, di per sé, particolarmente triste.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro