I dazi trumpiani sono alle porte: sarà un duro colpo per l’industria automobilistica italiana

L’annuncio del Presidente Trump di imporre dal 2 di aprile dazi del 25% sulle importazioni di automobili e di componentistica rischia di infliggere un duro colpo alla industria automobilistica italiana.

Secondo un’impresa, le aziende italiane potrebbero subire perdite comprese tra 1,4 e 3 miliardi di euro, con i subfornitori particolarmente esposti a una contrazione fino a 2,5 miliardi, data la loro dipendenza dalla filiera europea.
L’impatto occupazionale è preoccupante: si stima una possibile perdita tra i 10.000 e i 15.000 posti di lavoro nelle piccole e medie imprese e negli stabilimenti legati all’export automobilistico. I subfornitori in particolare potrebbero affrontare dei tagli significativi mentre i produttori di veicoli finiti potrebbero mitigare l’impatto attraverso delle produzioni alternative in Nord America.

Il presidente di un’impresa ha definito i dazi annunciati da Trump un colpo al cuore delle piccole e medie imprese italiane, già provate da anni di transizioni difficili e promesse non mantenute. Mi permetto di aggiungere: non da Trump ma dall’Unione Europea. Ha invocato una risposta non solo difensiva ma una svolta coraggiosa, cioè diversificare i mercati e puntare sull’elettrico con incentivi concreti.

Insomma, una follia totale. Con 270.000 occupati nel settore, l’Italia potrebbe perdere fino al 5,7% di posti di lavoro.

I subfornitori con 130.000 addetti rischiano tra i 7.000 e i 10.000 tagli che sarebbero concentrati nelle regioni Piemonte e Lombardia. ha quindi detto che altrimenti il 2025 sarà ricordato come l’anno in cui abbiamo lasciato morire un pezzo della nostra identità industriale. E no, mi dispiace caro Presidente, la verità è che negli ultimi 30 anni che abbiamo lasciato morire la nostra identità industriale, piegandoci come dei servi all’Unione Europea, accettando tutte le follie normative che questa ci ha imposto, con la nostra classe politica che invece di mantenere la difesa della nostra autonomia, soprattutto di politica industriale, ha gettato il capo chinandosi al padrone.

Adesso non si può dare colpa a Trump perché nell’ultimo mese ha fatto questo, quando noi l’industria l’abbiamo persa in 25 anni. L’introduzione dei dazi degli USA rappresenta una minaccia significativa per l’industria automobilistica italiana con ripercussione sul fatturato, occupazione e competitività. Non è possibile affrontare il mercato senza un piano strategico, un’analisi dei rischi e delle minacce.

Esattamente quello che io faccio per professione con le piccole e medie imprese, questo, fare un piano strategico, analisi dei rischi e delle minacce. Peccato che la classe politica italiana piegata in modo servile all’Unione Europea di pianificazione strategica non parla più da 25 anni e i risultati sono questi. Non è certo Trump nell’ultimo mese che cambia le cose.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi