I dazi made USA c’erano già : “Non dobbiamo cadere nella trappola” | Castellane & Paganini in diretta

Lunedì nero: le borse europee e asiatiche crollano. Da mercoledì scorso sono entrati in vigore i dazi trumpiani e, di seguito, la Cina ha imposto dei controdazi che stanno a loro volta danneggiando il mercato economico generale. Prendendo riferimenti italiani, la borsa di Milano è andata in tilt e la settimana è appena all’inizio.

Bonifacio Castellane paragona le azioni di Donald Trump a ‘un drappo rosso per i tori’, ricordando come i dazi c’erano già da tempo da parte degli Stati Uniti: “Fra le prime cose che fece Joe Biden all’inizio della sua presidenza fu quella di mettere i dazi sui salumi italiani e sul parmigiano reggiano italiano. Dazi del 25%. Ricordo che alcuni amici produttori si lamentarono molto ma non mi sembra ci fu una levata di scudi a quel tempo dicendo che Biden era un pericoloso protezionista. La pasta subisce dazi dal ’96, dal 2 al 20%”.

Lo stress dei mercati finanziari è perciò cosa ben saldata già da tempo ma nessuno ha alzato proteste verso Biden dal calibro di quelle attuali verso Trump. In diretta interviene al riguardo anche il Pietro Paganini, che specifica come, a suo parere, “la trappola in cui noi non dobbiamo cadere è alzare a nostra volta i dazi nei confronti dei prodotti americani ma al contrario provare a diversificare i nostri mercati. Ci sono mercati emergenti disposti a spendere. Ce ne sono e si tratta di cercarli e coltivarli con le relazioni internazionali che magari le nostre ambasciate potrebbero darsi una svegliata.
Non cadere nella trappola che sta mettendo in piedi, non andrei a negoziare, è una trappola folle che il prezzo, ricordiamo negli anni ’30, lo hanno pagato gli americani con il protezionismo. Questo perché poi alla gente i prodotti italiani piacciono”
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