Stefano Tiozzo è un documentarista e storyteller che da anni racconta su YouTube e sui suoi canali social il mondo sotto la lente del fotografo paesaggista. Torinese, classe ’85, ha fotografato il globo da tutte le angolature, anche quelle più remote. Come in Kamčatka, estremo oriente del continente russo. O in Jacuzia, a Yakutsk: la città più fredda della Terra. Vive in Russia da 8 anni: qui si è creato una famiglia. E sul suo canale racconta da tempo il popolo russo e tutte le sue sfumature nel corso dei tantissimi chilometri del territorio, con tutte le molteplici tradizioni e idee. Anche sulla guerra, che dal 2022 vive in tempo reale tenendo conto, oltre che della narrazione occidentale, anche del punto di vista più sconosciuto, quello dell’altro fronte.
Stefano Molinari lo ha intervistato in diretta a Lavori in Corso.
“Riarmo europeo? Nella vulgata vorrebbe essere un qualcosa che unisce gli europei sotto un’immagine di difesa, di qualcosa che fa bene a tutti. Ma nella sua esecuzione pratica, nella sua struttura, in realtà, va esattamente nella direzione opposta, cioè in una ulteriore frammentazione, divisione, polarizzazione delle diverse anime che compongono l’Unione Europea, che soprattutto continua a voler atteggiarsi nella sua comunicazione pubblica e nella sua direzione politica per ciò che non è: uno Stato federato”.
“Parlo perfettamente il russo e quindi tutte queste questioni che riguardano la Russia le vedo di prima fonte. Quando si parla di Russia siamo soggetti a una forma di mistificazione che in molti casi ha veramente dello schizofrenico. O è una potenza sconfinata, di potenza insostenibile, oppure è uno Stato alla canna del gas che è costretto a mandare soldati a combattere con le pale e a rubare i chip dalle lavatrici“.
“Cosa pensano i russi della guerra? E’ chiaro che la guerra non è una cosa piacevole. Nessuno dei russi è contento di questa guerra e tutti quanti dal primo all’ultimo farebbero la firma per vederla finire. Il punto è che vogliono vederla finire in una maniera che ovviamente sia conveniente a loro. Il loro punto di vista è straordinariamente diverso dal nostro. Ritengono che questa guerra sia una guerra di sopravvivenza nazionale, di mantenimento degli interessi vitali della propria Nazione“.
Ascolta QUI l’intervento.
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