La Commissione UE ammette: usati fondi europei per silenziare i critici del Green

Dopo la sentenza che ha condannato Marine Le Pen all’ineleggibilità per appropriazione indebita di 2,9 milioni di euro (474.000 relativi alla leader), fuoriesce nei giornali una notizia simile. Al centro stavolta c’è la Commissione europea, ma non un tribunale o un giudice. La Commissione ha infatti dichiarato apertamente che fondi europei sono stati usati indebitamente per il Green e le sue leggi. Lo fa in una nota: “In alcuni casi i programmi di lavoro presentati dalle ONG e allegati alle convenzioni di sovvenzione di funzionamento contenevano azioni specifiche di patrocinio e attività inappropriate di lobbying“.
Lo riporta l’austriaco Exxpress, ma la notizia era nell’aria già da tempo.

Il Green-gate era infatti scoppiato nello scorso gennaio, dopo che il quotidiano olandese De Telegraaf aveva accusato l’UE di aver finanziato segretamente gruppi ambientalisti per promuovere, orientando il dibatti pubblico, i piani di Frans Timmermans, ex Commissario europeo per il clima e del Green Deal sotto il von der Leyen I. L’inchiesta del De Telegraaf svelava che sarebbe stato “utilizzato denaro da un fondo per sussidi climatici e ambientali da miliardi di euro“. “C’erano persino liste redatte dalle lobby con nomi di tutti i politici che dovevano essere contattati”, aveva raccontato Dirk Gotink, eurodeputato olandese del PPE. Ora la Commissione lo conferma.

La nota ufficiale

“La Commissione – si legge – ha adottato misure per evitare che tali casi si ripetano in futuro e adotterà ulteriori misure per rafforzare la trasparenza e includere adeguate garanzie. Le sovvenzioni dovrebbero essere conformi agli obiettivi di LIFE e sostenere la partecipazione della società civile al processo decisionale europeo e al dibattito democratico, evitando al contempo le attività di lobbying che prendono di mira politiche specifiche o deputati al Parlamento europeo“.

Proprio nello stesso giorno della pubblicazione della nota, Simona Petrucci, senatrice di Fratelli d’Italia, aveva proposto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul Green Gate, definendolo “un passo fondamentale per fare chiarezza su una vicenda che getta un’ombra pesante sulle istituzioni europee”.

Cosa succede ora?

La Commissione scrive che si impegnerà per combattere i potenziali conflitti d’interesse nelle ONG che prendono i soldi dei contribuenti. Come? “È obbligatorio che i membri firmino dichiarazioni di assenza di conflitti di interesse prima di impegnarsi nella valutazione delle proposte e sono previste misure di mitigazione nel caso in cui vengano individuati conflitti di interesse”.
Conseguenze? A ora non è stata annunciata nessuna misura. Si potrebbe ipotizzare però che gli i deputati del Parlamento possano spingere per approfondire la controversa questione.