“Quest’attesa è un privilegio“. Un mantra che da giorni riecheggia sul web e per le strade di Roma fra tutti i tifosi biancocelesti. L’attesa per il ritorno dei quarti di Europa League fra Lazio e Bodo Glimt è a dir poco spasmodica; aspettarsi il contrario sarebbe folle in effetti.
In primis perché questo impegno, pur nella massima difficoltà rappresentata dal risultato negativo dell’andata (2-0), è forse l’ultima vera occasione per mister Baroni e la sua squadra di dare un significato importante a questa stagione.
In secondo luogo, (e forse soprattutto), perché il match contro i norvegesi ha un’importanza storica e simbolica non indifferente. Passare il turno, infatti, vorrebbe dire sfatare un taboo lungo 23 anni. Questo è il tempo che è passato dall’ultima volta in cui la Lazio ha disputato una semifinale in una competizione europea. Bisogna tornare indietro al 2003: quando in Coppa UEFA biancocelesti allenati da Roberto Mancini dovettero arrendersi ai Dragões del Porto di José Mourinho (futuri campioni della competizione).
Quella contro i portoghesi è stata la terza volta in assoluto in cui i capitolini hanno disputato una semifinale europea. Gli altri due precedenti risalgono al doppio confronto contro l’Atletico Madrid in Coppa UEFA nel 1998 (poi persa in finale a Parigi contro l’Inter) e all’incrocio contro il Lokomotiv Mosca l’anno successivo nella Coppa delle Coppe poi vinta all’ultimo atto contro il Maiorca.
Da allora, le campagne europee del club sono state relativamente modeste, tranne in rare occasioni. Infatti, solo in due frangenti la Lazio ha sfiorato il sogno di tornare a giocare una semifinale europea, senza però riuscirci. Nel 2012/13 la squadra allenata al tempo da Petkovic è stata eliminata dai turchi del Fenerbahce. Mentre nel 2017/18, con Inzaghi in panchina, è arrivata la clamorosa disfatta di Salisburgo, con quattro gol incassati in un quarto d’ora.
Ma a prescindere da tutti i corsi e ricorsi storici, ciò che rende l’attesa per questa partita è anche il suo enorme grado di difficoltà. Infatti, fra le mura amiche dello Stadio Olimpico, per passare il turno la Lazio sarà costretta a battere il Bodo con 3 gol di scarto, in modo da ribaltare il 2-0 subìto in Norvegia. Certo, giocare in casa, con un prato vero e non di ‘plastica’ (come lo chiamò Mourinho 3 anni fa ai tempi della Roma) farà senz’altro la differenza. Oltre al fatto che, in termini assoluti, i biancocelesti sono nettamente superiori agli avversari.
Ma rimontare uno scarto così ampio non è affatto semplice, anzi… Storicamente, in Europa League (ex Coppa UEFA) le squadre che sono riuscite a vincere la partita d’andata con almeno 2 gol di scarto hanno superato il turno nel 93,5% dei casi (144 su 154). Se poi il focus si sposta sulle esperienze europee della Lazio, il quadro è ancora peggiore.
I biancocelesti hanno partecipato a una competizione europea per 44 volte nella loro storia (33 per quanto riguarda i tornei UEFA). E in nessuna di queste occasioni sono mai riusciti a evitare l’eliminazione dopo aver perso di 2 o più reti all’andata. Nello specifico, i precedenti sono 7:
Riusciranno la Lazio di Baroni a rompere la maledizione? Sognare si può: passando il turno, i capitolini rimarrebbero una delle compagini più accreditate alla vittoria finale di questa Europa League. In ogni caso, già vivere notti come questa, in un Olimpico dalle grandi occasioni (previsti oltre 50.000 spettatori), è “davvero un privilegio“. Ed è giusto, oltre obbligatorio, godersi ogni singolo momento di questa attesa.
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