La Juve fa numerosi passi indietro mentre il Parma compie falcate convinte verso la salvezza.
La squadra di Tudor perde senza mai impensierire davvero Suzuki, ma quel che è più importante, fa assistere a dei dejà vu di thiagomottismo, quello degli ultimi tempi: la squadra è impalpabile fino all’ultimo quarto d’ora, quando deve accelerare per evitare la disfatta e l’aggancio della Lazio.
Con penna blu per Dusan Vlahovic, irascibile, goffo e pregno di controlli palla errati e regalati senza resistenza alle maglie bianche.
Tanto che Tudor lo cambia dopo un tempo, quasi a dire che ora basta: sarà interessante assistere alla prossima conferenza, ma il serbo è ormai a corto di giustificazioni per una avventura che pare giunta al definitivo tramonto.
Il gol di Pellegrino agli sgoccioli del primo tempo premia un Parma che veri meriti ne ha sulle marcature, meno sulla valanga di cross sbilenchi delle fasce bianconere. E pensare che si era messa anche male per la squadra di Chivu, con la perdita di tre pedine (tra cui Bernabè) nei primi ’10. Solo un’ora dopo con Yildiz da una parte e Conceicao dall’altra le economie del match cambiano – senza successo.
La sensazione che restituisce la sconfitta è quella di un balzo indietro dei bianconeri, l’involuzione a un’epoca in cui però si aveva pazienza da vendere, e ora la si paga con la zona Champions a rischio.
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