E’ il giorno della ripartenza. Con il passaggio di molte regioni italiane in zona gialla, sembra essere cominciata una nuova fase nella gestione dell’emergenza epidemiologica. L’ultimo decreto del Governo, in vigore a partire da oggi, sancisce infatti la riapertura di alcune tra le attività che hanno sofferto di più in questi ultimi mesi. Su tutti la categoria dei ristoratori, che potranno di nuovo cominciare a battere cassa. Mai come in questo periodo essenziale per la loro sopravvivenza.
Ma come si è arrivati a questa decisione? Un fattore determinante potrebbero averlo giocato le proteste che negli ultimi tempi si sono susseguite. Oltre alle più rumorose manifestazioni svolte nel cuore della politica, con l’epicentro sotto i palazzi del potere di Roma, una forte voce di contestazione si è fatta sentire anche nei luoghi della residenza umbra del Premier Draghi.
Siamo a Città della Pieve, dove ormai una settimana fa, una rappresentanza di ristoratori si è organizzata per farsi sentire proprio presso l’abitazione di Mario Draghi. A raccontare i dettagli dell’accaduto è stato in diretta, con Francesco Vergovich, il noto chef stellato Gianfranco Vissani. Queste le sue parole a “Un giorno speciale”.
“Ho capito cosa vogliono fare”
“Loro vogliono fare una prova. Io ho capito cosa vogliono fare. Aprono i cinema, aprono le scuole… noi siamo più in sicurezza delle scuole, perché noi stiamo molto più distanti! Fuori fa freddo ragazzi. Stamattina eravamo a 8°C, stanotte ha fatto 0°C . Come facciamo? E la sera? Non parliamo…
Poi scusatemi, loro fanno riferimento alle grandi città dove sono più aperti, ma noi che dobbiamo recintare? Il campo dei cinghiali?
Io ce l’ho la parte esterna, ma si può mangiare fuori col cappotto come gli americani?
Quando queste persone devono andare in bagno che facciamo? Gli troviamo un cespuglio fuori?
Io capisco che noi siamo i più penalizzati, ma se lo ricordi Draghi: noi siamo basati sulla piccola e media impresa, sulla conduzione familiare. E ci sono 8300 comuni in Italia con 2000 persone che sono in difficoltà!“
La protesta sotto casa Draghi
“Eravamo 20 persone, io ho avuto il consenso della questura e dell’ufficio stampa di Draghi. Mi hanno detto che quando avremmo fatto una passeggiatina, avremmo potuto parlare con il professore. Qual è il problema? Che è arrivata una tempesta di ristoratori da tutta Italia e hanno fatto un caos impressionante a Città della Pieve. Li hanno presi e portati credo al campo sportivo, in una zona dove non davano fastidio.
Vedendo quelle cose lì il professore non è uscito. Poi noi abbiamo fatto quelle foto lì, ma non bisognava farle. Sono anche caduto, mi sono rotto tre costole perché pensavo fossero gradini normali invece si muovevano“.
Perché la cultura gastronomica italiana non è una priorità?
“Se noi pensiamo che Napolitano non sapeva neanche cos’erano le lenticchie…
Il presidente Ciampi andò in Abruzzo a fare un convegno. In Abruzzo chi vuoi che ci sia, c’erano degli imprenditori, ma non è una regione imprenditoriale. Ce n’era uno che ha offerto la ventricina a Ciampi, la ventricina è un grande prodotto abruzzese. Sapete cosa rispose lui dal palco?
– «Alziamo i toni»“.