Dopo un anno circa dallo scoppio della pandemia nulla sembra essere cambiato (se non le persone).
La pandemia infatti porta con sé gli strascichi di un anno difficile sotto tutti i punti di vista: la paura del contagio, il fallimento di molte aziende, la disoccupazione dilagante, i bambini costretti a vivere quella che dovrebbe essere l’età della scoperta del mondo nella repulsione e paura verso l’altro.
L’isolamento fisico, sociale e – permettetemi di dirlo – anche spirituale, hanno generato nell’essere umano un forte senso di smarrimento.
La pandemia ha difatti generato una notevole crisi occupazionale.
Ma i dati più preoccupanti e di cui meno si parla sono quelli psico-sociali.
A distanza di un anno nelle persone si percepisce un senso di stanchezza generale, una mancanza di forze che non permette più reazioni.
Attraverso la paura costante di contagiare ed essere contagiati sorgono, negli adulti e nei più giovani, disturbi legati all’ansia, difficoltà di concentrazione, maggiore irritabilità e difficoltà ad addormentarsi.
Il distanziamento perpetuo è una forma innaturale per l’essere umano, in cui il bisogno di contatto ha origini già nell’embrione.
Alla luce di questo note ricerche scientifiche hanno evidenziato la necessità vitale di contatto emotivo e fisico per l’essere umano.
Così, in un mondo dove l’altro va evitato ad ogni costo attraverso la paura del virus, nasce una forma di depressione generale che travolge sempre più persone. Ci stiamo forse dirigendo verso un mondo limitato alla sopravvivenza e privo di aspettative?
A risentirne è anche lo stesso desiderio sessuale. Anzi, proprio sul sesso e sulle sue modalità vi sono stati molti dibattiti. C’è chi consiglia per fino di evitare ogni forma di affettività durante un rapporto sessuale, mantenendo la distanza quanto più possibile: il bacio va evitato ad ogni costo, in quanto rappresenta il principale rischio di contagio.
Siamo a tutti gli effetti di fronte a un indottrinamento palese alla paura dell’altro, dove ognuno è percepito soltanto come un possibile untore.
Mi chiedo quand’è che verrà preso in considerazione il fattore umano.
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