Le tecniche di manipolazione delle masse usate nel discorso di Fedez del primo maggio potrebbero sfuggire ai più distratti, non certo agli addetti ai lavori. Cerchiamo di ricostruire quanto è accaduto. Cominciamo a capire quali fossero i suoi obiettivi e poi come sono stati raggiunti.
Il primo era quello di trasformare l’apertura di un concerto in un comizio politico per propagandare un pensiero unico senza contraddittorio per creare nella percezione degli italiani il mostro contro cui opporsi, che doveva essere personificato negli oppositori della legge Zan.
Il secondo era quello di rafforzare questo sentimento di ostilità nei confronti del nuovo mostro facendo credere che ci fosse stato un tentativo di censura da parte dei vertici Rai.
La prima è che chi si oppone alla legge Zan è un leghista, mentre sappiamo che nel paese c’è un’opposizione trasversale che riguarda tutta la società civile. La seconda, che prova ad alterare la percezione del pubblico citando frasi vergognose di qualche estremista di turno. Il terzo punto, il più subdolo, è che per associazione è riuscito a far credere che tutti gli oppositori alla legge Zan siano allineati a quel pensiero. Sintetizzando questo concetto: o sostieni la legge Zan, o la pensi come loro.
Operazione riuscita magistralmente.
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