Nelle pillole precedenti abbiamo spiegato le tecniche di manipolazione delle masse usate da Fedez per far passare il messaggio che o sostieni la Legge Zan oppure sei uno che vorrebbe eliminare i gay. Operazione purtroppo riuscita alla grande. Ma per fare in modo che questa operazione riuscisse in questo modo, Fedez e ovviamente chi c’è dietro di lui hanno organizzato anche la trappola perfetta per i vertici Rai.
Hanno inviato un discorso la cui parte finale era irricevibile in quel contesto. Era assolutamente fuori luogo e fuorviante perché metteva al centro su un palco di tale prestigio, come è quello del Concerto del Primo Maggio, i deliri di singoli personaggi che posso rispondere solo a se stessi. Quindi era ovvio e prevedibile che arrivasse l’obiezione. Per questo dalla parte di Fedez erano tutti pronti per la registrazione per poi cavalcare il tema della censura e della libertà di espressione negata.
Apriamo una doverosa parentesi sulla Rai. Le mie inchiesta hanno più volte tirato in ballo proprio i suoi vertici, denunciando per esempio nel 2014 il conflitto di interessi tra chi aveva scelto di fare una carriera da lobbista come Monica Maggioni e chi è poi diventato Presidente della Tv di Stato. Quindi sono la persona a cui meno di tutti si può imputare di difendere i vertici Rai.
Detto questo, vi dico però che in questo specifico caso, se io avessi ricoperto il ruolo di chi ha ricevuto quel discorso e quella telefonata di Fedez, avrei a mio volta definito inopportuno e inadeguato quel discorso. Esattamente come lo aveva definito la vicedirettrice di Rai3 che gli ha risposto.
Ma se l’operazione di Fedez è riuscita è perché i suoi interlocutori della Rai sono caduti nella trappola. Hanno motivato quel giusto diniego invitando però l’artista ad adeguarsi a un sistema. Un sistema che purtroppo nella Rai esiste davvero, contro il quale combatto in prima persona da tempo e che va assolutamente condannato.
Morale della favola: quelli che stanno propagandando una legge che di fatto annichilisce, rade al suolo la libertà di espressione, rendendola addirittura passibile di un reato penale, sono oggi percepiti dalla gente come i supereroi che hanno combattuto per tutelarla.
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