Il calcio è bello quando è così. E il Cagliari è degno, dai guanti di Cragno fino alla testa di Pavoletti. Più che degno, in alcuni frangenti di partita.
Detto questo, e dopo esserci tolti il cappello di fronte al piglio con cui i sardi hanno interpretato la partita, non possiamo che pensare al rammarico dei tifosi rossoneri che, consci di aver meritato persino il vertice durante la stagione e di meritare certamente la qualificazione per la Champions League del prossimo anno – sicuramente più della Juventus, a giudizio di chi scrive – ora si ritrovano a pensare con una vena di pessimismo alla trasferta di Bergamo.
Il paradosso è che alla vigilia di questa giornata di campionato era lecito mettere in preventivo qualche difficoltà per il Napoli a Firenze, mentre nessuno avrebbe mai pensato a un Milan invischiato in una partita che poi è trascorsa senza che Calhanoglu e compagni trovassero il gol, per di più con Donnarumma che ha dovuto salvare la porta rossonera in più di un’occasione.
Come si spiega? Si spiega col fatto che a volte viene il “braccino”, per dirla con gergo tennistico, particolarmente in tema con le giornate che abbiamo vissuto. Un braccino che agli uomini di Pioli potrebbe costare carissimo, come alla società. La prossima settimana ci vorrà un Milan migliore del miglior Milan, se accettate l’iperbole; anche perché facciamo fatica a pensare che la Juventus possa venir via da Bologna senza i tre punti.
Paolo Marcacci