Certamente non potrai prendertela con il tuo Governo quando ti dirà la frase “lo vuole l’Europa“. Si trincerano dietro questo mondo burocratico dove non c’è più rapporto col cittadino, perché il burocrate europeo non è accessibile da parte del cittadino italiano: primo, perché probabilmente parlerà un’altra lingua, secondo, perché è lontano centinaia di chilometri.
Anzi, molti cittadini saranno convinti della giusta risposta condita da elementi moralistici infondati, ma sufficientemente ripetuti, come ad esempio “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità“.
Non sarà certo possibile per il comune cittadino contestare l’oscuro funzionario europeo che, rispondendo alle lobby, ha già deciso che il 57% dei fondi che noi daremo all’Europa – spacciati come contributi europei – vadano per una non meglio nota “transizione digitale” o transizione ambientale.
Sapete qual è il dramma che la gente non ha ancora capito? Che in un mondo normale le riforme dovrebbero essere prima decise dallo Stato, e dopo ratificate dall’Europa.
Invece le riforme sono decise dall’Europa e imposte allo Stato attraverso un ricatto di tipo finanziario. Si chiamano “covenance”, si chiamano “condizioni contrattuali”: io ti do le tranche del Recovery Fund se tu fai quello che dico io sul fisco, sulle pensioni, sui processi, sulle banche, sulla moneta.
Lo capite che è una situazione paradossale?
Io mi rendo conto di dire delle cose che alla maggioranza dei cittadini italiani sembrano sciocchezze. E lo so che scriverete che sono un pazzo, uno che non capisce niente. Non mi interessa.
Non sono qui a chiedere né soldi, né voti. Sono qui a dire quello che penso: penso che in un mondo normale noi dovremmo decidere cosa dovremmo fare dei nostri soldi, e non farcelo dire da degli oscuri funzionari che rispondono alle logiche del potere delle finanziarie multinazionali.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi