Come sappiamo il Gip di Agrigento ha archiviato l’inchiesta su Carola Rackete, la quale nel luglio 2019 nonostante il blocco degli sbarchi deciso dal Governo decise entrare nel porto di Lampedusa facendo sbarcare i clandestini.
Come non mi stanco di ripetere da anni, dietro l’immigrazione di massa e il suo umanitarismo di facciata si nasconde un clamoroso processo di sfruttamento capitalistico di manodopera “prelevata”, per impiegare un eufemismo, dall’Africa. È la nuova figura del colonialismo occidentale, che attira in Occidente braccia a basso costo da sfruttare e grazie alle quali abbassare in generale i costi della forza lavoro.
Un tempo il capitale faceva razzia di schiavi e li vendeva nelle Americhe. Poi venne il tempo del colonialismo predatorio nei territori africani. Ora, come dicevo, siamo alla nuova figura del colonialismo: si sfruttano senza pietà i territori africani, si destabilizzano i loro governi come accadde in Libia, e infine si finge di accogliere la popolazione condannata allo sradicamento e alla migrazione. Come più volte ho ribadito, il nemico non è chi migra, ma chi costringe i popoli a migrare; non è il disperato, ma chi getta i popoli nella disperazione. Le mie parole, lo so bene, sono irricevibili per ora, proprio come lo erano al tempo quelle di chi condannava lo schiavismo e il colonialismo vecchia maniera.
Del resto, a rendere il quadro più complicato vi è la numerosa schiera degli inqualificabili soggetti che riversano sui migranti il loro odio xenofobo. Per quel che riguarda Carola Rackete, non ho dubbi che ella agisca con le migliori intenzioni e mossa dai più alti ideali. Ciò, tuttavia, non cambia di una virgola la situazione generale legata allo sfruttamento dell’immigrazione; sfruttamento che, ovviamente, può efficacemente far leva sulla narrazione dominante, che usa impunemente termini nobili come accoglienza e integrazione per giustificare i processi di cui dicevo. Prova ne è, oltretutto, che, una volta che i migranti siano giunti in un modo o nell’altro in Occidente, essi figurano sempre solo come “risorse”: la risorsa, come sanno anche i bambini, è ciò che non ha valore in sé, ma sempre solo in relazione a chi la utilizza. Sbaglia allora chi critica l’immigrazione di massa e accetta il capitale, proprio come sbaglia chi critica il capitale e accetta l’immigrazione di massa.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro